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L’attività fisica compensa la sedentarietà, ma solo in parte

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Queste sono le conclusioni cui è giunto un recente lavoro pubblicato sul numero del Lancet dello scorso 24 settembre.

Il fatto che la sedentarietà si associ ad un incremento di mortalità, legato principalmente a malattie cardiovascolari, è un dato incontrovertibile, dimostrato da numerosi studi epidemiologici, tanto che si stima che nel mondo la sedentarietà causi circa cinque milioni di morti ogni anno.

Da questi dati nasce la raccomandazione di svolgere un’adeguata attività fisica con regolarità. Nello studio ci si pone però la domanda: l’attività fisica riesce a compensare gli effetti deleteri della vita sedentaria?

Per chiarire questo quesito è stata predisposta una metanalisi che ha incluso 16 studi con oltre un milione di soggetti, seguiti in un follow-up compreso tra i 2 e i 18 anni. La mortalità è stata dell’8,4%.

Rispetto al gruppo di controllo che includeva pazienti più attivi, con meno di quattro ore in posizione seduta, i soggetti nei due quartili con minore attività fisica avevano tassi di mortalità durante il follow-up superiori del 12-59%.

Il tempo in cui i soggetti stavano seduti non si associava ad un aumento della mortalità nei pazienti nel quartile che svolgeva un’attività fisica più intensa.

Nei soggetti che guardavano la TV per tre ore o più al giorno si osservava un aumento della mortalità indipendentemente dall’attività fisica svolta, fatta eccezione per il quartile più attivo, dove la mortalità era significativamente aumentata solo nelle persone che guardavano la TV per cinque o più ore al giorno (HR= 1,16).

Da questi dati, e dai molti altri analizzati nello studio, sembra che solo livelli elevati di intensità fisica, vale a dire circa 60-75 minuti di attività al giorno, possano compensare l’aumento del rischio di morte associato alla sedentarietà. D’altra parte però, nei soggetti che stanno seduti molte ore davanti alla televisione, anche l’attività fisica intensa non è sufficiente ad eliminare completamente il rischio, ma solo ad attenuarlo.

Si confermano quindi ancor con più forza non solo le raccomandazioni a svolgere una regolare attività fisica quotidiana, ma soprattutto a ridurre il tempo che si passa seduti.

Ovviamente il lavoro spesso ci porta a passare molte ore alla scrivania. Questo non è purtroppo sempre evitabile. Non ci resta quindi che ridurre drasticamente le ore passate a guardare la televisione. Probabilmente i benefici non riguarderanno solo il corpo, ma anche la mente.

 

Cover image volume 388, Issue 10051

 

Ekelund U, et al. Does physical activity attenuate, or even eliminate, the detrimental association of sitting time with mortality? A harmonised meta-analysis of data from more than 1 million men and women. Lancet 2016; 388: 1302–1310.

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