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Perché dopo una dieta si può riprende peso rapidamente? Il ruolo del microbioma

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Il problema dell’obesità è sempre più sentito e numerosi programmi sono stati varati a livello globale, per cercare di contrastare la costante crescita di questo fenomeno, che si associa a differenti patologie cardiovascolari e non solo. Ancora più preoccupante è l’obesità che si registra tra i bambini e gli adolescenti (leggi l’articolo in altra parte del giornale)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha indicato per l’Italia una prevalenza dell’obesità nel 2014 del 21%, dato più che mai allarmante. Ma molti altri paesi evidenziano tassi ben più alti, a volte attesi, come nel Nord America, ma a volte sorprendenti, come nel Nord Africa.

Prevalenza dell’obesità in soggetti con più di 18 anni, dati 2014/WHO

D’altra parte capita molto spesso sentire pazienti che si lamentano perché dopo aver seguito una dieta ferrea, nel momento in cui la interrompono, riacquistano rapidamente i chili persi. Questa situazione tende a ripetersi ciclicamente, tanto che è stato coniato il termine di effetto “yo-yo”.

Per spiegare questo fenomeno sono stati proposti numerosi meccanismi, prevalentemente di carattere metabolico, ma a quanto pare la ragione potrebbe essere ben più complessa.

Un recente studio, apparso su Nature, ha diretto l’attenzione su un fattore emergente che interessa l’omeostasi metabolica umana il rischio di obesità e le sue complicanze metaboliche: il microbioma intestinale.

Per chi fosse poco familiare all’argomento, ricordiamo che il microbioma è l’insieme dei microbi e dei loro geni, in un ambiente definito, come ad esempio l’intestino. Il microbioma si modifica in funzione della dieta, dell’attività fisica, delle medicine assunte e sempre più studi associano alterazioni del microbioma a stati patologici quali le patologie cardiovascolari, le malattie autoimmuni e la depressione.

Queste famiglie di microrganismi localizzati svolgono un ruolo molto importante, come un vero e proprio organismo all’interno di un organismo ospite. Così possono digerire il cibo per generare nutrienti, sintetizzare vitamine, metabolizzare farmaci, stimolare il rinnovo cellulare dell’intestino e modulare l’attività del sistema immunitario.

A questa entità complessa sono stati attribuiti effetti anche sulla patogenesi dell’obesità, legati in particolare a sue alterazioni funzionali o di composizione, che a loro volta sono influenzate, come si diceva, da cambiamenti dietetici.

La sperimentazione ha studiato modelli animali (topi) con obesità ricorrente, nutriti in modo ciclico con dieta ad alto contenuto di grassi o dieta normale.

I risultati hanno dimostrato che il profilo metabolico dei topi si alterava durante il periodo di dieta ad alto contenuto di grassi e si riduceva nel corso di una dieta normale.

Al contrario, la composizione del microbioma intestinale si presentava alterata al termine del periodo di dieta ad alto contenuto di grassi, ma non ritornava alla sua composizione originaria dopo una dieta normale, persistendo alterata nonostante la normalizzazione di peso e profilo metabolico. Appariva invece in una sorta di condizione intermedia tra gli stati normale ed alterato.

Analizzando vari loci in geni differenti è emerso tra l’altro, come un’abbondanza di geni correlati a più vie metaboliche, tra cui la biosintesi di isoflavoni e di steroidi, si contrapponeva ad una loro riduzione durante la fase di alimentazione ad alto contenuto di grassi, non seguita da un recupero dopo la dieta normale.

Questa disbiosi post-dieta sembra quindi influenzare i livelli di flavonoidi intestinali che, a loro volta, possono avere un impatto sul dispendio energetico dell’ospite.

La persistente alterazione del microbioma è coinvolta nel rapido recupero di peso post-dieta?

Per esplorare questo aspetto i topi sono trattati con antibiotici ad ampio spettro durante il periodo di perdita di peso post-obesità, con conseguente modifica del profilo del microbioma. Sorprendentemente, il trattamento antibiotico ha prevenuto le alterazioni metaboliche indotte dal ripristino di una dieta ad alto contenuto di grassi e l’aumento di peso. Si è visto però che la persistenza di un microbioma alterato dopo la dieta ad alto contenuto di grassi influenzava la recidiva di obesità solo dopo un secondo ciclo obesità-normalità. Attraverso trapianti fecali è stata inoltre confermata la “trasmissibilità” delle alterazioni del microbioma ed i relativi effetti su peso e metabolismo, tanto che il microbioma di donatori obesi induce l’aumento di peso nei topi trapiantati anche quando questi sono mantenuti con una dieta normale.

Quanto tempo è necessario perché una dieta porti ad un completo ritorno del microbioma alle condizioni di normalità?

 Gli sperimentatori hanno analizzato anche questo aspetto ed hanno visto che per ottenere un completo e spontaneo ripristino di un microbioma, sono necessarie 21 settimane dopo un periodo di dieta.

Quali possono essere gli effetti della somministrazione di flavonoidi?

Un altro risultato interessante emerso da questo studio riguarda la somministrazione di flavonoidi. Specifici esperimenti volti a studiare i possibili meccanismi attraverso i quali l’apigenina e la naringenina possono migliorare l’obesità ricorrente post-dieta, hanno valutato i cambiamenti metabolici e di peso nei topi con variazioni cicliche di peso, somministrando o meno flavonoidi. La spesa energetica aggiustata per il peso è risultata notevolmente ridotta nei topi con obesità ciclica, ma è stata normalizzata dalla somministrazione di flavonoidi, suggerendo che queste sostanze potrebbero avere un impatto significativo sul dispendio energetico complessivo.

 

La persistenza di un microbioma alterato dopo la dieta sembra quindi influenzare la recidiva di obesità, ma probabilmente altri fattori possono essere coinvolti.

Una terapia metabolica potrebbe essere utile nel modulare la funzione fisiologica a valle del microbioma ed indurre quindi effetti positivi su alterazioni metaboliche e peso.

E’ peraltro evidente che sono necessarie ora nuove sperimentazioni condotte sull’uomo per confermare non solo gli effetti del microbioma, ma anche le potenziali terapie di supporto.

 

 

Thaiss CA, et al. Persistent microbiome alterations modulate the rate of post-dieting weight regain. Nature 2016;540:544-551.

 

 

 

 

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