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Una risonanza magnetica per evitare la biopsia prostatica

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Biopsia prostatica transrettale/Wikimedia commons

La diagnostica del carcinoma prostatico si basa su differenti indagini non invasive, ma spesso per una definizione più precisa si ricorre alla biopsia. Le ricerche sull’argomento indicano però che in molti pazienti sottoposti al prelievo bioptico, la procedura non sarebbe stata necessaria, mentre in alti casi la biopsia non riesce a fornire la diagnosi corretta. D’altra parte la procedura invasiva non è esente da effetti collaterali, in particolari emorragie e infezioni, che possono insorgere dopo l’esecuzione dell’esame.

 

Come selezionare il paziente che deve essere sottoposto a biopsia?

Un recente studio, pubblicato online, con libero accesso, il 19 gennaio sul Lancet, ha cercato di chiarire se uno screening preventivo con risonanza magnetica multiparametrica era in grado di aiutare a selezionare i pazienti che realmente necessitavano di una biopsia prostatica. Questa indagine fornisce informazioni anatomiche sulla prostata, ma anche indicazioni sulle caratteristiche tissutali e sulla vascolarizzazione locale.

Nella sperimentazione, 576 pazienti sono stati sottoposti a risonanza magnetica e successivamente a biopsia prostatica transrettale e a biopsia transpelvica. Quest’ultima indagine ha rilevato un carcinoma prostatico nel 71% dei soggetti esaminati. L’indagine con risonanza magnetica è risultata più sensibile rispetto alla biopsia transrettale standard (93% versus 48%) ma meno specifica (41% versus 96%).

Sulla base di questi risultati, gli autori stimano che utilizzando una risonanza magnetica multiparametrica nello screening dei pazienti candidati a biopsia prostatica, si potrebbe evitare il prelievo tissutale nel 27% dei casi, a scapito di una diagnosi del 5% inferiore per tumori clinicamente non significativi. L’utilizzo della valutazione con risonanza prima di eseguire una biopsia transrettale, ha permesso inoltre di arrivare alla diagnosi di carcinoma prostatico nel 18% in più dei casi rispetto alla semplice biopsia standard.

Questo significa ridurre le diagnosi di neoplasia non significativa e migliorare al tempo stesso la capacità di rilevare la presenza di un carcinoma clinicamente rilevante.

 

Meno biopsie, ma più sensibili

Questo studio rappresenta un ulteriore tassello a favore dell’utilizzo della risonanza multiparametrica nello screening di pazienti con sospetto carcinoma prostatico.

Il risultato di ridurre di circa un quarto il numero di biopsie prostatiche è già di per se estremamente importante. Il miglioramento della diagnosi rappresenta un ulteriore beneficio indotto dall’utilizzo della risonanza, altrettanto rilevante.

Le analisi del rapporto costo-beneficio per l’utilizzo di questa tecnica in modo routinario sono in corso di sviluppo, e presto saranno disponibili, fornendo un quadro complessivo dei vantaggi correlati allo screening con risonanza magnetica dei pazienti con valori elevati di PSA.

 

 

 

Ahmed HU, et al. Diagnostic accuracy of multi-parametric MRI and TRUS biopsy in prostate cancer (PROMIS): a paired validating confirmatory study. Published Online January 19, 2017. LIBERO ACCESSO

 

 

 

 

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