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Un ormone del tessuto osseo può ridurre l’appetito

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La rivista Nature ospita nel numero del 16 marzo un articolo che dimostra come un ormone tipico del tessuto osseo, la lipocalina-2, possa indurre una riduzione dell’appetito.

Il presupposto di questa sperimentazione si basa sul fatto che già in precedenza alcuni studi avevano dimostrato come il tessuto osseo si comporti come un organo endocrino, in grado di modulare il metabolismo energetico, con influenze sulla secrezione di insulina e sull’omeostasi del glucosio. E’ stato dimostrato inoltre come gli osteoblasti posseggano una funzione anoressante.

All’interno di questo sistema di controllo vi è poi il gene MC4R, che esprime il recettore della melanocortina-4, presente principalmente nel nucleo paraventricolare dell’ipotalamo, regolando l’assunzione del cibo e il peso corporeo. E’ già stato dimostrato come mutazioni di questo gene possano causare obesità.

Questo nuovo studio dimostra come la lipocalina-2, a cui in precedenza erano state attribuite funzioni a livello del sistema immunitario, è espresso dagli osteoblasti e attraversando la barriera ematoencefalica interagisce con il MC4R, causando una riduzione dell’appetito.

Per arrivare a queste conclusioni sono stati analizzati topi knockdown per il gene FOXO1 degli osteoblasti.

Innanzitutto è stato dimostrato che la lipocalina-2 espressa dagli osteoblasti è circa dieci volte superiore a quella prodotta dal tessuto adiposo, dove si credeva fosse espressa in modo esclusivo.

Nei topi in cui LCN2era bloccato, è stata osservata una riduzione della tolleranza al glucosio e una mancanza di secrezione di insulina dopo assunzione di glucosio, assieme ad una riduzione del 50% dei livelli di insulina. A questo si associava una diminuzione della proliferazione e della massa delle cellule ß pancreatiche. Nonostante i bassi livelli di insulina circolante e la diminuzione di sensibilità insulinica, i topi evidenziavano un aumento di massa grassa totale e di peso corporeo.

E’ stato osservato inoltre che la Lipocalina-2 può stimolare direttamente la secrezione di insulina dalle isole pancreatiche primarie, facendo ipotizzare che la sua funzione anoressante si eserciti attraverso influenze su massa grassa, peso corporeo e sensibilità all’insulina, mentre la sua capacità di migliorare la tolleranza glicidica sia attribuibile alla sua azione diretta sulle isole pancreatiche.

Lo studio ha coinvolto anche pazienti con diabete tipo 2, nei quali è stato osservato come i livelli sierici di lipocalina-2 erano inversamente correlati con il peso corporeo e l’emoglobina glicata.

Infine, è stato evidenziato come la somministrazione intraperitoneale di lipocalina-2 nei topi per 16 settimane abbia indotto una riduzione del 18% dell’assunzione di cibo, mentre massa grassa e peso corporeo si sono ridotti rispettivamente del 32% e del 9,4%. Al tempo stesso i livelli circolanti di insulina sono aumentati, così come è migliorata la tolleranza al glucosio.

L’influenza della lipocalina-2 sul metabolismo sembra quindi molto chiara e potrà fornire in futuro un nuovo importante mezzo per intervenire nei soggetti obesi o con gravi alterazioni del controllo glucidico. Considerando che il nostro organismo è generalmente regolato da funzioni che seguono logiche precise per il suo corretto ed equilibrato funzionamento, quello che resta da capire è come mai una proteina espressa nel tessuto osseo sia responsabile di così importanti influenze sul metabolismo del glucosio e sull’assunzione del cibo.

 

 

Mosialou I, et al. MC4R-dependent suppression of appetite by bone-derived lipocalin 2. Nature 2017;543:385.

 

 

 

 

 

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