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La fibrillazione atriale è un fattore di rischio per la demenza senile

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L'innesco di una fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è un’aritmia che affligge milioni di persone al mondo e la sua incidenza è in constante incremento, per il progressivo invecchiamento della popolazione.

Oltre al rischio tromboembolico legato alla presenza dell’aritmia, ben controllabile con i trattamenti anticoagulanti, sembra ora prospettarsi un nuovo rischio per la salute di questi pazienti: il declino cognitivo e la demenza.

Già precedenti sperimentazioni e metanalisi avevano prospettato questo rischio in pazienti con fibrillazione atriale, ma nuovi e convincenti dati arrivano ora da uno studio francese, prospettico, che ha valutato 7428 soggetti, di cui 414 con fibrillazione atriale, nel periodo 1997-2013. In questo intervallo di tempo sono state eseguite quattro valutazioni delle funzioni cognitive, con test che riguardavano la memoria, il ragionamento e la fluenza verbale. Sono stati inoltre considerati i database sanitari per rilevare le diagnosi di demenza. L’età dei partecipanti all’inizio e alla fine del follow-up era di 45-69 anni e di 61-83 anni; Il follow-up medio è stato di 14,7 anni.

Nell’analisi corretta per i fattori confondenti, è stato osservato un declino cognitivo maggiore nei pazienti con fibrillazione atriale, rispetto a quelli senza l’aritmia. Gli eventi cerebrali vascolari che si sono verificati durante il follow-up non hanno dato ragione di questo declino cognitivo, ma considerando insieme eventi cerebrovascolari e malattia coronarica, la stima per l’eccesso di declino cognitivo nei pazienti con fibrillazione atriale non era più statisticamente significativa.

Lo studio ha inoltre evidenziato che i pazienti aritmici avevano un eccesso di rischio dell’87% per lo sviluppo di demenza, rispetto ai soggetti non aritmici. La fibrillazione atriale è risultata associata a un aumento del rischio di ictus di 6,22 volte, ma l’aumento del rischio di demenza è risultato presente anche nei pazienti che non avevano subito questo evento. L’associazione tra fibrillazione atriale e demenza è risultata presente solo nei pazienti con storia sia di ictus sia di malattia coronarica.

Quanto emerge da questo lavoro, sembra quindi indicare un aumento di declino cognitivo e di demenza nei pazienti con fibrillazione atriale, in particolari in quelli in cui l’aritmia insorge in giovane età e si prolunga per molti anni. Fenomeni degenerativi vascolari potrebbero spiegare questa evoluzione cognitiva negativa, ma i precisi meccanismi fisiopatologici non sono ancora stabiliti con certezza. La stretta associazione con la presenza di una malattia coronarica lascia poi lo spazio ad altre ipotesi.

Questi risultati non solo dovrebbero indurre una maggior attenzione ai primi segnali di alterazioni della funzione cognitiva in pazienti con fibrillazione atriale, ma potrebbero indurre ad interventi più risolutivi sull’aritmia, come l’ablazione transcatetere, almeno nei pazienti più giovani.

 

Franco Folino

 

 

Singh-Manoux A, et al. Atrial fibrillation as a risk factor for cognitive decline and dementia. European Heart Journal (2017), pubblicato online.

 

 

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