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Il caffè allunga la vita: altre conferme nei pazienti con carcinoma del colon

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Il caffè ha vissuto nella sua storia momenti di gloria e periodi oscuri. E’ stato additato per anni come una minaccia per il sistema cardiovascolare, per poi scoprire, poco tempo fa, che quattro caffè al giorno fanno diminuire il rischio di sviluppare proprio una malattia cardiovascolare.

Seguendo quest’onda propizia per questa scura bevanda, arrivano ora buone notizie anche in campo gastroenterologico.

Un recente lavoro, apparso online sulla rivista Gastroenterology, ha evidenziato che chi beve caffè ha un minor rischio di mortalità per carcinoma del colon-retto e una minore mortalità complessiva.

I ricercatori americani che hanno portato a termine questa ricerca, hanno utilizzato i dati di due registri dedicati a pazienti con diagnosi di cancro colon-rettale allo stadio I o II: lo Nurses’ Health Study e lo Health Professionals Follow-up Study. Di questi, sono stati seguiti 1.599 pazienti, nel corso di un follow-up mediano di 7,8 anni. Il consumo medio di caffè era di una tazza al giorno.

Considerando il caffè assunto dopo la diagnosi di neoplasia, i risultati hanno evidenziato un’associazione inversa tra assunzione di caffè e mortalità, più forte tra i pazienti allo stadio III rispetto a chi aveva tumori di stadio I o II. Nei pazienti con carcinoma colon-rettale allo stadio III, l’aumento di una tazza al giorno di caffè portava a una riduzione di mortalità specifica del 18% e una riduzione di mortalità per qualsiasi causa del 20%.

E’ interessane osservare che questi risultati erano comparabili per il consumo di caffè decaffeinato o caffè normale, escludendo quindi che sia proprio la caffeina a esercitare effetti protettivi. Come sappiamo, le sostanze contenute in un caffè sono molte (vedi articolo in altra parte del giornale) e quindi gli effetti esercitati sull’organismo possono seguire differenti strade.

Riguardo ai risultati di questo studio, gli autori propongono un effetto antimetastatico del caffè, piuttosto che una vera e propria protezione contro lo sviluppo della neoplasia. Quest’azione potrebbe essere indotta dai polifenoli contenuti nella bevanda che, secondo recenti dati sperimentali, sembrano in grado di inibire le metastasi del cancro del colon, agendo su chinasi proteiche attivate da mitogeni e originate da cellule T. A sostegno di questa ipotesi è portato uno studio animale in cui il kahweol, contenuto nel caffè, ha dimostrato di inibire le metastasi, interrompendo la trascrizione STAT3-mediata del gene pro-metastatico.

Simili proprietà sembrano anche espresse dalle melanoidine del caffè, che hanno la capacità di inibire le metalloproteasi della matrice, implicate nella crescita e nella metastatizzazione del tumore.

Altri meccanismi d’azione con cui può agire il caffè, già ampiamente dimostrati, sono l’effetto antinfiammatorio e la sua capacità di modulare la sensibilità all’insulina.

 

 

Yang Hu, et al. Association Between Coffee Intake After Diagnosis of Colorectal Cancer and Reduced mortality. Gastroenterology, Published online: November 20, 2017.

 

 

 

 

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