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Leucemia mieloide acuta: nuove prospettive per il trattamento

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Bone marrow aspirate showing acute myeloid leukemia. Several blasts have Auer rods. VashiDonsk

Un recente articolo pubblicato su Nature presenta un set di dati che rivela associazioni tra specifiche mutazioni e sensibilità ai farmaci in pazienti affetti da leucemia mieloide acuta (AML). Questi risultati potrebbero fornire importanti informazioni sugli aspetti biologici e clinici dell’AML, aprendo nuove prospettive nel suo trattamento.

La leucemia mieloide acuta

L’AML è una malattia molto varia. Tra i pazienti sono state osservate almeno undici classi genetiche e quasi 2.000 geni mutati diversi. Questi complessi schemi mutazionali rendono difficile lo sviluppo di terapie farmacologiche efficaci e sebbene alcune di queste siano disponibili per i pazienti, sono rimaste sostanzialmente invariate negli ultimi 30-40 anni.

D’altra parte, sono stati fatti diversi progressi nel decifrare la biologia alla base della patogenesi di questa malattia. Gli studi dimostrano che lo sviluppo di AML è un processo legato a cause multiple, che evolve in fasi successive, con meccanismi differenti. Di conseguenza, le AML costituiscono un gruppo eterogeneo di malattie.

Mutazioni genetiche e risposte ai trattamenti

Brian Druker e colleghi riportano i risultati iniziali del programma Beat AML, un set di dati di 672 biopsie tumorali da 562 pazienti affetti da AML. Gli autori hanno utilizzato una combinazione di sequenziamento dell’esoma (dove vengono sequenziati i geni che codificano per le proteine), sequenziamento dell’RNA e analisi della sensibilità al farmaco per indagare le variazioni tra i campioni del tumore.

Gli autori hanno così evidenziato nuove mutazioni, non precedentemente osservate nell’AML e associazioni tra mutazioni e risposte alle terapie farmacologiche. Ad esempio, è stata osservata un’associazione significativa tra la mutazione dei geni FLT3, NPM1 e DNMT3A e la sensibilità al farmaco ibrutinib. Questo può suggerire che i pazienti portatori delle versioni mutate di questi geni (in particolare FLT3) potrebbero essere più sensibili a questo specifico trattamento.

Questi risultati e altri risultati futuri di questo set di dati potrebbero portare allo sviluppo di nuovi approcci clinici per il trattamento dell’AML.

 

Jeffrey W. Tyner, et al. Functional genomic landscape of acute myeloid leukaemia. Nature, 2018.

 

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