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Insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale: meglio l’ablazione transcatetere

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Una miocardiopatia dilatativa. James Heilman, MD

Una meta-analisi condotta su studi randomizzati, controllati, ha rilevato che l’ablazione transcatetere è superiore alla terapia farmacologica convenzionale nei pazienti con fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca. I risultati sono stati pubblicati nei giorni scorsi sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Fibrillazione atriale e scompenso cardiaco

La fibrillazione atriale è di frequente riscontro in pazienti con scompenso cardiaco, ed è probabilmente indotta dalle alterazioni strutturali miocardiche connesse alla stessa miocardiopatia, primitiva o secondaria responsabile della ridotta performance ventricolare sinistra.

L’ablazione con catetere è una strategia terapeutica consolidata per la fibrillazione atriale, ma le linee guida raccomandano cautela in alcuni pazienti. I benefici e gli eventi avversi correlati all’ablazione transcatetere, rispetto alla terapia farmacologica, nei pazienti con fibrillazione atriale sono stati valutati in alcuni studi, ma non hanno portato a risultati univoci.

Lo studio

I ricercatori del Mount Sinai Icahn School of Medicine hanno esaminato sei studi randomizzati controllati pubblicati per confrontare rischi e benefici tra l’ablazione con catetere e la terapia farmacologica standard (farmaci per il controllo del ritmo o della frequenza) in pazienti adulti con fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca.

I risultati

La loro analisi ha dimostrato che, rispetto ai farmaci, l’ablazione transcatetere era associata a riduzioni di mortalità per tutte le cause e delle ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca. Inoltre, sono stati registrati miglioramenti nella frazione di eiezione ventricolare sinistra, qualità della vita, capacità di esercizio cardiopolmonare e distanza del test dei 6 minuti.

Tutto questo senza comportare un aumento significativo di eventi avversi gravi. I principali eventi avversi osservati nell’analisi aggregata sono stati del 7,2% nel gruppo di ablazione e del 3,8% nel gruppo di terapia standard.

Nonostante le complicanze associate all’ablazione del catetere, gli autori spiegano che i benefici a lungo termine nella mortalità per tutte le cause, nelle ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca e negli esiti clinici complessivi devono essere considerati con attenzione nella scelta della strategia terapeutica.

 

 

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