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Scompenso cardiaco: più si riduce l’NT-proBNP meglio è

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Una miocardiopatia dilatativa. James Heilman, MD

La riduzione dei valori di NT-proBNP al di sotto dei 1.000 pg/ml nei pazienti con scompenso cardiaco si associa a un significativo rimodellamento inverso e a esiti clinici migliori. È quanto viene riportato in un recente articolo pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure.

Il BNP nello scompenso cardiaco

Il peptide natriuretico di tipo B (BNP) è un ormone prodotto dal tessuto miocardico. L’NT-proBNP è invece un pro-ormone non attivo. Sia il BNP che l’NT-proBNP vengono rilasciati in risposta ai cambiamenti di pressione all’interno del cuore. Questi cambiamenti possono essere correlati ad uno scompenso cardiaco o ad altri problemi cardiaci.

I livelli di questi due peptidi sono considerati di particolare importanza per la diagnosi, la gestione e la valutazione del rischio nei pazienti con scompenso cardiaco, grazie alla loro elevata specificità e sensibilità.

BNP e i cambiamenti strutturali e funzionali nel cuore: lo studio

L’Echo Substudy del GUIDE-IT (Guiding Evidence Based Therapy Using Biomarker Intensified Treatment in Heart Failure) ha voluto valutare l’associazione tra la terapia guidata dai biomarcatori e il rimodellamento del ventricolo sinistro in pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta.

Oltre 260 pazienti con frazione di eiezione inferiore o uguale al 40% sono stati randomizzati a due tipi di trattamento: guidato dai valori di NT-proBNP o tradizionale.

I risultati a 12 mesi hanno evidenziato come i cambiamenti di frazione di eiezione e volume ventricolare sinistro erano simili nei due gruppi, senza differenze negli esiti clinici.

La riduzione dei valori di NT-proBNP al di sotto dei 1.000 pg/ml, indipendentemente dalla strategia di trattamento, si associava però ad un più pronunciato incremento della frazione di eiezione e a minori volumi del ventricolo sinistro, rispetto ai pazienti che persistevano su livelli di NT-proBNP più elevati.

Inoltre, l’entità del rimodellamento inverso è risultata correlata alla variazione di NTproBNP. Una diminuzione di 1.000 pg/ml si è associata ad un aumento di frazione di eiezione del 6,7%, mentre i volumi sistolici e diastolici del ventricolo sinistro si sono ridotti rispettivamente di circa 17 e 16 ml/m2.

I pazienti che a 12 mesi raggiungevano un NT-proBNP inferiore a 1.000 pg/ml avevano poi risultati clinici migliori, con un endpoint composito di morte o ospedalizzazione per scompenso cardiaco significativamente più basso.

Inoltre, le concentrazioni mediane di NT-proBNP dopo 12 mesi hanno continuato a diminuire nel gruppo che aveva raggiunto l’obiettivo, rispetto ad un aumento registrato tra quelli che non lo avevano raggiunto.

NT-proBNP: più si riduce meglio è

Questo studio conferma l’importanza del monitoraggio dei valori di NT-proBNP nei pazienti con scompenso cardiaco. La soglia limite di 1.000 pg/ml si è dimostrata un buon riferimento per poter conseguire simultaneamente un significativo rimodellamento inverso e esiti clinici migliori. Non solo, ora sappiamo che più si riduce questo indice, maggiori saranno i miglioramenti strutturali e funzionali, e probabilmente continuerà a scendere.

 

Franco Folino

 

Melissa A. Daubert, et al. NT-proBNP Goal Achievement Is Associated With Significant Reverse Remodeling and Improved Clinical Outcomes in HFrEF. J Am Coll Cardiol HF 2018.

 

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