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Una app che aiuta i parenti a prendere decisioni per i pazienti sottoposti a cure intensive

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Uno studio clinico randomizzato, multicentrico, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, ha dimostrato come un sistema di aiuto basato su applicazioni web, non ha aiutato i parenti dei pazienti a raggiungere decisioni che riguardano le cure intensive dei propri cari.  Molto spesso le loro decisioni hanno portato ad un obiettivo di trattamento più aggressivo di quello suggerito dai sistemi automatici.

Un aiuto per le decisioni complesse

I pazienti che ricevono una ventilazione meccanica prolungata in genere non hanno la capacità di prendere le proprie decisioni e devono affidarsi ai familiari o ai propri cari per agire come decisori surrogati. Queste decisioni sono complesse e difficili sia per i surrogati che per i medici, in quanto implicano la scelta degli obiettivi di assistenza tra la terapia che prolunga la vita, l’assistenza orientata alla qualità della vita, compresa la sospensione del supporto vitale o un obiettivo intermedio.

I sussidi decisionali utilizzati in ambito ambulatoriale possono migliorare la qualità del processo decisionale fornendo ai surrogati informazioni pertinenti, aiutando a stabilire aspettative realistiche e allineando la scelta ai valori personali. Tuttavia, nessun trial clinico ha testato ausili decisionali in ambito di terapia intensiva o tra surrogati in unità di terapia intensiva.

Un sistema web-based: lo studio

Ricercatori della Duke University, della University of North Carolina, dell’Università di Pittsburgh e dell’Università di Washington hanno confrontato un aiuto decisionale, personalizzato per le condizioni cliniche di ciascun paziente in condizioni critiche.

L’aiuto decisionale ha guidato ciascun membro della famiglia a riflettere su ciò che più amava la persona amata e poi ha considerato quale obiettivo di cura della terapia intensiva era più in linea con questi valori.

I ricercatori hanno scoperto che sebbene l’aiuto alla decisione riducesse il conflitto decisionale dei surrogati e migliorasse la loro comprensione delle convinzioni prognostiche dei medici, non modificava la concordanza tra clinico e surrogato sulle stime di sopravvivenza a 1 anno, i sintomi di sofferenza dei surrogati, gli esiti clinici dei pazienti o le effettive decisioni prese rispetto al controllo.

Quasi la metà dei surrogati del gruppo che aveva utilizzato l’aiuto web-based ha espresso il proprio disaccordo con gli obiettivi suggeriti di scelta delle cure da parte del sistema decisionale, mentre quasi tutti i surrogati hanno scelto un obiettivo di trattamento più aggressivo.

Le conclusioni degli autori

Secondo gli autori, questo studio è appropriato perché mette in discussione l’idea che i sistemi automatici di aiuto decisionale possono facilmente far cambiare l’utilizzo delle risorse nel settore dove è maggiore la spesa sanitaria: i reparti di cure intensive.

Gli autori suggeriscono che questa sperimentazione dovrebbe spingere a riconsiderare in che modo gli ausili decisionali possono essere meglio applicati e resi operativi in ​​contesti di cure intensive.

 

 

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