Le emissioni di metano dall’estrazione del carbone in Cina hanno continuato ad aumentare dal 2010, nonostante i regolamenti governativi che tentano di frenarli. I risultati di questa analisi sono stati pubblicati nei giorni scorsi sulla rivista Nature Communications.
Le emissioni di metano in Cina
Il settore del carbone contribuisce alla più alta percentuale di emissioni antropogeniche di metano della Cina, rendendone ragione di circa il 33%. Nel 2010, il governo nazionale cinese ha varato una politica che impone alle aziende di utilizzare il metano scaricato dalle miniere di carbone per ridurre le emissioni. In alternativa è richiesto il suo svasamento, ovvero il processo in cui il gas rilasciato durante il processo di estrazione viene bruciato.
Il dodicesimo piano quinquennale della Cina ha specificato che entro il 2015 dovrebbero essere utilizzati 5.6 teragrammi (5.600.000.000 di chilogrammi) di metano, prodotti dall’estrazione del carbone. Gli obiettivi programmati per il 2020 sono ancora più ambiziosi.
L’aumento delle emissioni di metano
Scot Miller e colleghi hanno stimato le emissioni di metano provenienti dalla Cina utilizzando dati satellitari ottenuti da registrazioni eseguite nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015. Gli autori hanno rilevato che le emissioni sono aumentate di 1,1 teragrammi (1.100.000.000 di chilogrammi) di metano all’anno. Inoltre, è stato evidenziato come le emissioni continuano a seguire uno scenario business-as-usual.
La produzione di carbone e il metano prodotto in agricoltura
Di pari passo, la produzione di carbone in Cina ha continuato ad aumentare mentre i capi di bestiame e la produzione di riso sono rimasti relativamente piatti durante il periodo considerato nello studio. Gli autori sostengono che le normative e le iniziative cinesi non hanno prodotto un appiattimento apprezzabile o un calo significativo delle emissioni di metano. Concludono quindi che è improbabile che la Cina raggiunga i suoi ambiziosi obiettivi normativi per il 2015.
