Home Scienza e tecnologia Il futuro dei materiali nel biodesign: sostanze prodotte naturalmente dalle cellule

Il futuro dei materiali nel biodesign: sostanze prodotte naturalmente dalle cellule

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Le cellule costituiscono la pietra angolare della vita e Lockheed Martin sta studiando i modi per creare gli elementi costitutivi di nuovi materiali. In un nuovo accordo di cooperazione con il Laboratorio di ricerca dell’esercito, gli scienziati dei materiali di Lockheed Martin lavoreranno con l’industria e gli scienziati che progettano i microbi per modificare il DNA di organismi unicellulari. Esamineranno una gamma di funzionalità, in particolare quelle che possono migliorare la tecnologia ottica di difesa e i rivestimenti.

Biologia e tecnologia per il biodesign

“Le cellule creano in modo efficiente tutti i tipi di materiali, come la seta di un ragno o le ali iridescenti di una farfalla: vogliamo sfruttare il processo della natura per proteggere meglio le persone”, hanno detto Melissa Rhoads, responsabile della ricerca e Lockheed Martin.

Biologia e tecnologia si intersecano nel campo del biodesign. Alcune case di moda usano questa tecnologia sostenibile per sviluppare tessuti per l’abbigliamento, ma Lockheed Martin vede il potenziale per maturare la scienza a un livello più preciso. Questo processo richiede la collaborazione tra ARL e Lockheed Martin e sfrutta i progressi commerciali di aziende come Ginkgo Bioworks.

Gli scienziati spesso guardano alla natura per fornire ispirazione, e quelle idee possono aiutare a ridurre il costo delle tecnologie ottiche. I telescopi, ad esempio, usano gli obiettivi per filtrare la luce indesiderata o ottenere un’immagine più chiara. Tuttavia, una lente di calamaro è in grado di filtrare e focalizzare la luce in un pacchetto compatto grazie alla progettazione basata su molecole e a un indice di rifrazione variabile. In un altro esempio, la melanina protegge gli esseri umani e gli animali dai raggi UV del sole. Quindi la melanina, o molecole simili con funzioni protettive, potrebbe essere un’altra sostanza naturale che attrae l’attenzione dello studio.

Materiali autoassemblanti

“Non possiamo fabbricare artificialmente questo tipo di capacità, quindi Lockheed Martin cercherà la via della natura”, ha detto Rhoads. “Sfruttare il potere dei materiali autoassemblanti è sostenibile, economico e può essere molto più veloce da produrre rispetto ai metodi artificiali. C’è tanto potenziale per il biodesign, quanto poca è la maturità della tecnologia dei materiali, quindi il nostro studio quinquennale avanzerà questo campo in modo significativo, a beneficio della scienza di precisione. ”

L’accordo quinquennale da10 milioni di dollari usa il nome Self-Assembly of Nanostructures per Tunable Materials e sfrutterà il modello Open Campus dell’esercito per consentire la collaborazione tra scienziati, ingegneri e ingegneri universitari, delle piccole imprese, dell’esercito e della Lockheed Martin.

 

 

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