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Indiani, filippini e vietnamiti a maggiore rischio di morte per malattie cardiovascolari

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La mortalità per malattie cardiache e ictus varia tra i sottogruppi americano-asiatici, con popolazioni indiane, filippine e vietnamite a maggior rischio di morte prematura. Queste distinzioni etniche emergono da una nuova ricerca, pubblicata nei giorni con libero accesso scorsi sul Journal of American Heart Association.

Gli asiatici costituiscono il gruppo etnico in più rapida crescita in America, con un incremento del 72% tra il 2000 e il 2015, da 11,9 milioni a 20,4 milioni. Entro il 2050, secondo le stime del Pew Research Center, dovrebbe raggiungere i 41 milioni.

Distinguere i tassi di mortalità

“Di solito i ricercatori combinano sottogruppi asiatici negli studi, mascherando quelle che potrebbero essere importanti differenze nella salute”, ha detto Latha Palaniappan, autore dello studio e professore di medicina alla Stanford University in California. “Guardare i tassi di mortalità globale potrebbe non rivelare che alcuni gruppi stanno morendo prematuramente per malattie cardiache e ictus”.

Palaniappan e colleghi hanno studiato i registri di morte degli Stati Uniti dal 2003 al 2012, esaminando i potenziali anni di vita persi rispetto all’aspettativa di vita in 100.000 persone, divise in un gruppo asiatico e in un gruppo formato da bianchi non ispanici.

“Un risultato sorprendente è che gli anni di vita persi a causa di un ictus nelle donne erano maggiori per tutti i sottogruppi asiatici rispetto ai bianchi non ispanici”, ha detto. “Questo ci dice che l’ictus è un contributo molto importante alla morte prematura, specialmente nelle donne asiatiche”.

Mortalità precoce

Lo studio ha evidenziato inoltre come l’età media della morte per malattie cardiache era minore nel sottogruppo indiano asiatico. Le malattie cardiache hanno rappresentato per quasi il 25% gli anni di potenziale vita persa negli indiani asiatici. Sono stati persi in media 17 anni per malattie cardiache.

La malattia cerebrovascolare era una causa di mortalità più probabile per vietnamiti e filippini. I vietnamiti hanno perso in media 17 anni e i filippini in media 16 anni di vita per malattie cerebrovascolari.

La presentazione più comune della malattia cerebrovascolare era l’ictus ischemico o un mini-ictus e talvolta un ictus emorragico.

“Uno dei vantaggi dello studio è che abbiamo identificato queste differenze tra sottogruppi asiatici. Ora possiamo creare programmi e linee guida preventivi personalizzati per ogni gruppo in base ai suoi rischi”, ha affermato Palaniappan.

 

 

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