Un’analisi delle attuali politiche di riduzione delle emissioni, pubblicata in Nature Communications, suggerisce che le emissioni di carbonio della Cina avranno probabilmente un picco prima del 2030. Tuttavia, lo studio di modellizzazione conclude che gli impegni della Cina, come stabilito nell’accordo di Parigi, saranno raggiunti solo se vi sarà piena ed effettiva attuazione di tutte le politiche stabilite, una conclusione positiva della riforma del settore energetico e una piena attuazione del sistema nazionale cinese sulle emissioni legate alle attività commerciali.
La Cina e l’accordo di Parigi
In base all’Accordo di Parigi, la Cina si è impegnata a raggiungere un picco nelle emissioni di carbonio intorno al 2030 e ad aumentare la quota di combustibili non fossili nel consumo di energia primaria al 20% entro quell’anno.
Per determinare se le attuali politiche climatiche sono sufficienti per consentire alla Cina di raggiungere questi obiettivi, Fang Zhang, Kelly Sims Gallagher e colleghi hanno combinato i risultati delle indagini di 18 esperti sulle politiche energetiche e climatiche della Cina, con un approccio modellistico, per indagarne l’efficacia.
Largo all’energia non legata a combustibili fossili
Analizzando 14 interventi strategici nel loro modello, compresa la riforma del settore energetico, gli standard di efficienza e la politica forestale, gli autori hanno scoperto che è probabile un picco iniziale delle emissioni di carbonio, presumendo la piena attuazione delle politiche esistenti e annunciate. Suggeriscono inoltre che la riforma del settore elettrico per la decarbonizzazione del settore elettrico debba essere pienamente attuata entro il 2027 al fine di raggiungere l’obiettivo di energia non fossile del 20%.
Gli autori osservano inoltre che il numero di politiche incluse nel modello indica che esiste un grado di incertezza riguardo agli effetti dei singoli provvedimenti.
