La terapia comportamentale, da sola o in combinazione con altri interventi, è risultata generalmente più efficace rispetto alle terapie farmacologiche nel migliorare l’incontinenza urinaria da sforzo o da urgenza (UI) nelle donne. È quanto emerge da una revisione sistematica delle evidenze e di una meta-analisi di rete pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine.
L’incontinenza urinaria nella donna
L’incontinenza urinaria è una malattia comune nelle donne e può essere classificata come da stress (perdita involontaria di urina con sforzo o sforzo fisico o starnuti o tosse), da urgenza (un’improvvisa coazione a urinare difficile da rinviare) o mista (con caratteristiche di stress e urgenza UI). Gli interventi non chirurgici comprendono interventi non farmacologici che mirano a rafforzare il pavimento pelvico o a modificare i comportamenti che influenzano la funzione della vescica. A questi si affiancano trattamenti farmacologici che riguardano principalmente la funzione dello sfintere urinario e della vescica.
Incontinenza urinaria: lo studio
I ricercatori della Brown University School of Public Health hanno condotto una revisione sistematica degli effetti clinici di tutti i trattamenti non chirurgici per incontinenza urinaria da stress, urgenza e mista, in donne non gravide, per confrontare la loro efficacia.
Una rete di meta-analisi ha incluso 84 studi e ha dimostrato che tutti gli interventi studiati, ad eccezione degli ormoni e degli agenti di massa periuretrali, hanno prodotto risultati migliori dell’intervento rispetto a nessun trattamento. Per l’incontinenza urinaria da stress, tra i trattamenti comunemente usati come interventi di prima o seconda linea, la terapia comportamentale era più efficace rispetto agli alfa-agonisti o agli ormoni. A sua volta la terapia comportamentale combinata e gli ormoni erano più efficaci degli alfa-agonisti. Gli alfa-agonisti sono risultati più efficaci degli ormoni.
Non vi erano dati sufficienti a confrontare agenti di massa periuretrali e trattamenti di rilascio della pressione intravescicale, usati come interventi di terza linea per le donne con incontinenza urinaria da stress.
Per l’incontinenza urinaria da urgenza, tra i trattamenti comunemente usati come interventi di prima o seconda linea, la terapia comportamentale era più efficace degli anticolinergici. La tossina onabotulinica A può essere più efficace della neuromodulazione come terapia di terza linea.