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La rianimazione praticata dai passanti fa raddoppiare le possibilità di sopravvivenza

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Una revisione svedese sugli arresti cardiaci extra-ospedalieri, pubblicata sulla rivista Circulation, evidenzia che i tassi di rianimazione cardiopolmonare (RCP) praticata dai passanti sono quasi raddoppiati. La rianimazione con sola compressione del torace è aumentata di sei volte nell’arco di 18 anni. Le possibilità di sopravvivenza sono raddoppiate per qualsiasi manovra di rianimazione praticata, rispetto al non eseguire alcuna manovra.

Compressione e respirazione bocca-a-bocca

I ricercatori hanno analizzato l’impatto della più semplice tecnica RCP Hands-Only e l’associazione tra il tipo di rianimazione eseguita e la sopravvivenza del paziente a 30 giorni.

“Abbiamo riscontrato un tasso di RCP significativamente più alto per ogni anno, che è stato associato a più alti tassi di RCP di sola compressione”, ha detto Gabriel Riva, del Karolinska Institutet di Stoccolma, e primo autore dello studio. “Gli astanti hanno un ruolo importante nell’arresto cardiaco extraospedaliero. Le loro azioni possono essere salvavita.”

“La RCP nella sua forma più semplice è praticata con le sole compressioni toraciche. Fare solo le compressioni toraciche raddoppia le possibilità di sopravvivenza, rispetto al non fare niente”, ha detto.

Riva ha osservato che le attuali linee guida in Svezia promuovono la RCP con la respirazione di soccorso da parte di persone addestrate e abili, ma non è chiaro se ciò sia migliore della RCP fatta con la sola compressione dai passanti.

Il ruolo dei passanti

“La RCP eseguita dai passanti prima dell’arrivo dei servizi di emergenza è uno dei fattori più importanti per la sopravvivenza di un arresto cardiaco extraospedaliero. Pertanto, l’aumento dei tassi di RCP, semplificando il suo algoritmo, può far aumentare la sopravvivenza complessiva”, ha affermato.

Secondo le statistiche della American Heart Association, ogni anno negli Stati Uniti si verificano più di 325.000 arresti cardiaci extra-ospedalieri.

Rianimazione effettuata dai passanti: lo studio

Questo studio ha coinvolto 30.445 pazienti. Complessivamente, il 40% non ha ricevuto RCP da parte di terzi, il 39% ha ricevuto RCP standard e il 20% ha ricevuto solo compressioni e non manovre respiratorie.

I ricercatori hanno esaminato tre periodi di tempo, dal 2000 al 2005, dal 2006 al 2010 e dal 2011 al 2017, quando la RCP con sola compressione veniva progressivamente adottata all’interno delle linee guida svedesi in materia.

Bastano le sole mani

I risultati hanno evidenziato che i tassi di RCP praticata da passanti sono passati dal 40,8% nel 2000-2005 al 58,7% nel 2006-2010 e poi al 68,2% nel 2011-2017. Le percentuali di RCP standard erano del 35,4% nel primo periodo, aumentate al 44,8% nel secondo periodo e passate al 38,1% nel terzo periodo.

La RCP Hands-Only è aumentata dal 5,4% nel primo periodo al 14% nel secondo periodo e al 30,1% nel terzo periodo.

I pazienti che ricevevano CPR standard e Hands-Only avevano una probabilità due volte maggiore di sopravvivere a 30 giorni, rispetto ai pazienti che non avevano ricevuto manovre rianimatorie.

 

 

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