Home Archeologia L’esercito di terracotta: come fanno le armi ad essere perfettamente conservate?

L’esercito di terracotta: come fanno le armi ad essere perfettamente conservate?

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View of Pit 1 of the Terracotta Army showing the hundreds of warriors once armed with bronze weapons. Credit: Xia Juxian.

Secondo una recente ricerca, pubblicata su Scientific Reports, la presenza di tracce di cromo sulle armi di bronzo dell’esercito di terracotta di Qin, potrebbe non rappresentare la prova di un metodo avanzato di conservazione. La ricerca suggerisce che la presenza di cromo potrebbe essere in realtà il risultato di una contaminazione dalla lacca usata per trattare le parti in legno delle armi.

Questa nuova ipotesi mette in discussione la precedente teoria secondo cui gli artigiani di Qin avevano sviluppato un sistema antiruggine al cromo oltre 2000 anni fa.

L’esercito di terracotta

L’esercito in terracotta, situato vicino a Xi’an, nella provincia Shaanxi, fu creato per l’imperatore Qin Shihuang (259-210 aC). Il sito è stato scavato per la prima volta negli anni ’70 e finora sono stati portati alla luce 2.000 guerrieri ceramici ben conservati con armi perfettamente funzionanti.

Ricerche precedenti avevano suggerito che la buona conservazione delle armi è dovuta al fatto che veniva usato il cromo come trattamento antiruggine, applicato dagli artigiani di Qin per prevenirne il decadimento nell’aldilà.

Il cromo sulle armi

Marcos Martinon-Torres e colleghi hanno esaminato 464 armi dal sito e hanno trovato la presenza di cromo solo su 37. Gli autori suggeriscono così che la presenza di cromo su alcune armi sia dovuta alla contaminazione dalla lacca usata dagli artigiani Qin. Il cromo è stato rilevato nell’88% delle parti di armi vicino ai raccordi, come maniglie, impugnature o foderi, mentre il cromo sulle teste delle frecce o sulle lame della spada è stato rilevato nel 2% dei campioni o meno.

Gli autori sostengono che il modello di distribuzione è dovuto alla vicinanza delle parti metalliche alla lacca usata per trattare gli elementi in legno delle armi, che da allora si sono deteriorati. Propongono anche una serie di altri fattori che potrebbero aver contribuito alla buona conservazione delle armi, tra cui l’alto contenuto di stagno di alcuni dei bronzi e la composizione del terreno del sito.

 

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