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Non tutte le placche sono uguali: trovate specifiche cellule immunitarie in pazienti con ictus

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La placca aterosclerotica. Manu5. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.

Secondo una ricerca preliminare presentata al Vascular Discovery Scientific Sessions dell’American Heart Association 2019, un tipo specifico di cellula immunitaria si trova più comunemente nella placca aterosclerotica di pazienti affetti da recenti ictus o mini-ictus. Questa scoperta solleva la possibilità che una terapia immunitaria mirata possa ridurre l’insorgenza di infarto e ictus nei pazienti ad alto rischio.

Prevenire la rottura della placca

“Nonostante decenni di ricerca, non sappiamo come prevedere e prevenire la rottura della placca nelle arterie”, ha detto Chiara Giannarelli, autore senior dello studio e Assistant Professor in Medicina e Genetica e scienze del genoma presso la Icahn School of Medicine al Mt. Sinai Medical Center di New York.

“La maggior parte della ricerca ha coinvolto la ricerca sul tessuto umano al microscopio. Questo ci ha aiutato a capire meglio molte caratteristiche della rottura di placca, ma poco si sa su come e quali singoli tipi di cellule contribuiscono maggiormente alle rotture che causano ictus o infarto”.

Placca e cellule immunitarie: lo studio

I ricercatori hanno analizzato la placca in 38 pazienti (età media 72 anni, 40% femmine) sottoposti a una procedura di rivascolarizzazione delle arterie carotidi. Alcuni pazienti non avevano avuto sintomi, mentre altri avevano presentato un ictus o un mini-ictus nei sei mesi precedenti.

I ricercatori hanno utilizzato per la prima volta una tecnica chiamata citometria di massa per identificare la composizione cellulare di base del tessuto della placca da 15 pazienti.

“Abbiamo trovato un inaspettato predominio di cellule T in questa placca”, ha detto Dawn Fernandez, autore principale dello studio e postdoctoral Fellow in Cardiology presso l’Icahn School of Medicine di New York. “Questi risultati nella placca erano diversi e non correlati ai livelli delle cellule T trovati nei campioni di sangue dei pazienti”.

La citometria di massa: la seconda analisi

I ricercatori hanno ampliato questi risultati in una seconda analisi di citometria di massa per studiare i rimanenti 23 pazienti. Hanno utilizzato anche tecnologie all’avanguardia per analizzare l’espressione genica in tutte le singole cellule immunitarie della placca per studiarne la funzione.

I risultati hanno evidenziato come le cellule T dominavano le placche avanzate e un sottotipo di cellule T, chiamate cellule di memoria effettrici CD4-positive, erano più comuni nei pazienti che avevano avuto un precedente ictus o mini-ictus.

“Questa analisi evidenzia che esiste un’infiammazione localizzata guidata da cellule T nella placca aterosclerotica che non è correlata a nessuna risposta immunitaria sistemica”, ha detto Giannarelli.

Trattare l’infiammazione per prevenire gli infarti

Nel 2017 lo studio multicentrico CANTOS ha rilevato che infarti e ictus possono essere ridotti dando un farmaco, il canakinumab, che riduce l’infiammazione prendendo di mira la beta interleuchina-1 delle cellule immunitarie. Questa interleuchina fa parte del sistema immunitario innato, quello fornisce la prima linea di difesa del corpo contro batteri o altre sostanze estranee.

“Questo studio ha finalmente dimostrato la teoria infiammatoria delle malattie cardiache”, ha detto Giannarelli. “Il nostro studio ha scoperto che la placca di pazienti colpiti da ictus è piena di cellule T che fanno parte del sistema immunitario adattivo, una seconda linea di difesa specializzata nel corpo. Questo potrebbe aiutarci a identificare gli obiettivi per nuove terapie immunitarie per le ultime fasi dell’aterosclerosi.”

 

 

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