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L’attività fisica, controllata da smartphone, riduce la gravità della sindrome metabolica

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Un programma personalizzato di vita attiva per i dipendenti con sindrome metabolica, che utilizza tracciatori di attività indossabili, collegati ad un’applicazione per smartphone, e sessioni faccia a faccia con allenatori per l’attività fisica, può ridurre la gravità della malattia in uomini e donne. È quanto emerge da uno studio randomizzato condotto su oltre 300 lavoratori con sindrome metabolica, e quindi ad alto rischio di malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2, pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health.

I miglioramenti nella capacità di esercizio, ansia, depressione e qualità della vita derivati dall’essere più fisicamente attivi sono stati inoltre associati alla sensazione di essere più capaci nel lavoro e più produttivi.

Tecnologie mobili per la salute

“Dotando i partecipanti di un tracker di attività indossabile siamo stati in grado di guidare e supportare le persone indipendentemente da dove lavorassero o vivessero”, afferma il dott. Sven Haufe della Scuola medica di Hannover in Germania che ha guidato la ricerca. “Con l’alta accettazione delle attività raccomandate e delle tecnologie mobili per la salute e un tasso di abbandono simile a quello osservato in altri programmi di allenamento, questo tipo di intervento ha un enorme potenziale per ridurre il rischio di malattia, migliorando allo stesso tempo la salute mentale, la capacità lavorativa e la produttività per il numero crescente di dipendenti ad alto rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche in una forza lavoro che invecchia”.

“Offrire programmi simili ad una forza lavoro più ampia potrebbe alleviare il carico sanitario e i costi economici derivanti dalle condizioni della sindrome metabolica che già colpiscono 1 su 4 adulti in tutto il mondo (oltre un miliardo di persone).”

La sindrome metabolica

La diagnosi di sindrome metabolica si basa sul riscontro di almeno tre su cinque fattori chiave: una grande quantità di grasso corporeo addominale, bassi livelli di colesterolo lipoproteico ad alta densità, alti livelli di trigliceridi nel sangue, ipertensione o alti livelli di glicemia. La sindrome metabolica aumenta le probabilità di sviluppare malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2, ma è anche legata all’aumento dei costi a seguito di assenze per malattia e perdita di produttività.

Nonostante le crescenti epidemie di obesità e sindrome metabolica e l’invecchiamento della forza lavoro, mancano prove sull’efficacia degli interventi di attività fisica sulla capacità lavorativa in individui a più alto rischio di malattia.

Uno stile di vita incentrato sull’esercizio fisico regolare

Lo studio ha coinvolto 314 volontari con varie occupazioni e sindrome metabolica dalla fabbrica principale della Volkswagen in Germania. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al programma di stile di vita di 6 mesi incentrato sull’esercizio fisico regolare (160 adulti), o ad un gruppo di controllo in cui ai partecipanti non sono state fornite raccomandazioni specifiche sullo stile di vita (154).

I partecipanti al gruppo di esercizi indossavano un braccialetto fitness tracker e ricevevano consigli personalizzati sull’allenamento, la nutrizione e la gestione dello stress durante regolari incontri faccia a faccia con un allenatore e tramite un’app per smartphone. L’obiettivo era quello di fare 150 minuti di attività fisica ad intensità moderata a settimana per 6 mesi. Le attività sono state adattate in base ai dati del monitoraggio dell’attività.

La gravità della sindrome metabolica

I ricercatori hanno misurato il cambiamento nella gravità della sindrome metabolica aggiustata per sesso ed etnia, con punteggi alti che rappresentano un aumento del rischio o della gravità della sindrome metabolica. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a esami medici e hanno compilato questionari sulla qualità della vita correlata alla salute, sul livello di ansia e depressione, sulla quantità di attività fisica e sull’abilità lavorativa all’inizio dello studio e 6 mesi dopo.

Complessivamente, 274 (87%) partecipanti sono stati inclusi nell’analisi. Il gruppo avviato agli esercizi ha svolto in media 147 minuti di esercizio a intensità moderata a settimana per 6 mesi.

Dopo 6 mesi, il punteggio metabolico medio nel gruppo “esercizio” era significativamente ridotto rispetto al gruppo di controllo (0,93 prima dell’intervento e 0,63 dopo 6 mesi vs 0,95 e 0,90), con sostanziali miglioramenti in quattro dei cinque fattori di rischio per la sindrome metabolica (circonferenza della vita, trigliceridi, glicemia e pressione arteriosa) rispetto ai controlli.

Esercizio fisico e capacità lavorativa

I risultati hanno anche mostrato aumenti paralleli nelle capacità lavorative auto-riferite (punteggio 0-49) nel gruppo di esercizi (36,9 prima dell’intervento e 39,0 dopo 6 mesi), ma non nel gruppo di controllo (37,6 e 38,1). È importante sottolineare che una maggiore durata dell’attività fisica settimanale è stata collegata a un corrispondente miglioramento delle capacità lavorative nell’arco di 6 mesi.

 

 

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