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Circa 4,48 miliardi di anni fa su Marte vi erano condizioni che consentivano lo sviluppo della vita

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This image, taken on 27 January 2018 during orbit 17813 by the High Resolution Stereo Camera (HRSC) on ESA’s Mars Express, shows a portion of the Cerberus Fossae system in Elysium Planitia near the martian equator. The image was created using data from the nadir channel, the field of view which is aligned perpendicular to the surface of Mars, and the colour channels of the HRSC. The ground resolution is approximately 16 m/pixel and the images are centred at about 159°E/10°N. Copyright ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO

Secondo un articolo pubblicato online nei giorni scorsi sulla rivista Nature Geoscience, gli impatti di meteoriti giganti, in grado di inibire la vita, si sono conclusi su Marte circa 4,48 miliardi di anni fa. Questi risultati suggeriscono che le condizioni in cui poteva essersi sviluppata una qualche forma di vita su questo pianeta potrebbero essersi verificate circa da 4,2 a 3,5 miliardi di anni fa.

Gli impatti dei meteoriti

Il numero e le dimensioni degli impatti dei meteoriti su Marte e sulla Terra diminuirono gradualmente dopo la formazione dei pianeti. Con il passare del tempo, gli impatti sono diventati via via sempre più piccoli e poco frequenti, tanto che le condizioni della superficie dei pianeti sono diventate tali da consentire lo sviluppo della vita.

Tuttavia, resta dibattuto il preciso momento in cui questo pesante bombardamento dei meteoriti sulla superficie dei pianeti è diminuito. È stata proposta una possibile fase “tarda” delle cadute dei meteoriti su entrambi i pianeti che si sarebbe conclusa circa 3,8 miliardi di anni fa.

I minerali più antichi dei meteoriti

Desmond Moser e colleghi hanno analizzato i granelli minerali dei meteoriti più antichi tra quelli conosciuti che si ritiene abbiano avuto origine dagli altopiani meridionali di Marte.

Gli autori hanno scoperto che quasi tutti i grani erano stati leggermente modificati dagli impatti. In confronto, oltre l’80% dei grani studiati dalle aree colpite sulla Terra e sulla Luna conteneva caratteristiche associate agli impatti, come l’esposizione ad alte pressioni e temperature. Pertanto, gli autori suggeriscono che il pesante bombardamento su Marte finì prima che si formassero i minerali analizzati.

Di conseguenza, la superficie marziana sarebbe diventata abitabile proprio nel momento in cui al cessare del bombardamento dei meteoriti era contemporaneamente presente una abbondante quantità di acqua.

Gli autori suggeriscono che se gli impatti giganti sono finiti su Marte prima di quanto si pensasse, è plausibile che anche la Terra non abbia subito un bombardamento tardivo e quindi che le condizioni abitabili sul nostro pianeta possano essersi sviluppate prima di quanto si pensasse in precedenza.

 

 

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