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Sclerosi multipla: scoperte variazioni cellulari specifiche legate alla progressione della malattia

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La sclerosi multipla è una malattia cronica, prevalentemente immunomediata, del sistema nervoso centrale. Colpisce quindi cervello e midollo spinale, quando il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule nervose sane. Rappresenta una delle cause più comuni di disabilità neurologica nei giovani adulti a livello globale.

Negli ultimi decenni, una migliore comprensione dei meccanismi fisiopatologici della malattia ha portato allo sviluppo di diverse terapie, riducendo le recidive e la sua gravità (vedi intervista al Prof. M. Calabrese sulla sclerosi multipla).

Variazioni cellulari specifiche

Nuova luce sui processi alla base di questa patologia invalidante vengono proposti da un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature, che identifica variazioni cellulari specifiche legate alla progressione della sclerosi multipla. Lo studio mette in evidenza vari biomarcatori che potrebbero essere utilizzati per aiutare a caratterizzare la malattia, nonché obiettivi che sarebbero potenzialmente in grado di aiutare i ricercatori a sviluppare nuove terapie.

Schemi dell’espressione genica in singole cellule nervose

David Rowitch e colleghi hanno studiato gli schemi dell’espressione genica in singole cellule prelevate dal cervello di 12 individui deceduti che erano affetti da sclerosi multipla. Li hanno quindi confrontati con campioni provenienti dal cervello di persone che non presentavano la malattia.

I risultati hanno evidenziato una maggiore espressione di fenomeni di stress cellulare nei neuroni corticali e nelle cellule non neuronali del sistema nervoso.

Cellule B e risposta immunitaria

È stato trovato un gran numero di cellule immunitarie, di tipo B, nei tessuti di individui con sclerosi multipla, dove formavano aggregati contenenti sottoinsiemi di cellule specifici per la fase della lesione in corso.

I linfociti B sono cellule del sistema immunitario che intervengono nei processi di immunità umorale e acquisita, producendo anticorpi contro uno specifico antigene. Queste cellule sono note per avere un ruolo nella sclerosi multipla, ma i risultati di questo nuovo studio suggeriscono che le terapie in grado di ridurre le cellule B potrebbero essere utili, in modo specifico, per il trattamento delle caratteristiche neurodegenerative di questa malattia.

 

 

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