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Gli antiacidi aumentano il rischio di sviluppare allergie

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I farmaci per il controllo dell’acidità gastrica sono tra i più prescritti al mondo, nonostante non siano scevri da effetti collaterali, a volte anche rilevanti. In Italia, secondo i dati del rapporto OsMed 2017, gli inibitori di pompa protonica si collocano al primo posto in termini di spesa e di consumi tra i farmaci per l’apparato gastrointestinale. Un elevato tasso di prescrizione che non sempre risulta appropriata.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, mette ora in guardia verso un altro possibile effetto avverso dei farmaci che riducono la secrezione gastrica: lo sviluppo di allergie.

Farmaci antiacidi e allergie

Secondo questa nuova ricerca, condotta analizzando oltre 8 milioni di cartelle cliniche in Austria, l’assunzione di farmaci prescritti per ridurre l’acidità gastrica si associa infatti ad un aumento del rischio di sviluppare allergie. I risultati forniscono una validazione nel mondo reale di precedenti osservazioni sperimentali.

Acidità gastrica, sistema immunitario e allergie

Il sistema immunitario è normalmente tollerante alle molecole derivate dal cibo e dall’ambiente, ma in alcune persone può diventare ipersensibile, innescando la comparsa di allergie. Al momento non è chiaro come si sviluppi l’ipersensibilità, ma un aumento delle malattie allergiche nei paesi sviluppati suggerisce che i cambiamenti nello stile di vita possono contribuire.

L’ambiente acido dello stomaco aiuta a scomporre le proteine ​​di origine alimentare in piccoli frammenti. Gli inibitori dell’acido dello stomaco – comunemente usati per trattare le ulcere gastriche – possono interferire con questa digestione del cibo. Di conseguenza, frammenti di proteine ​​più grandi raggiungono l’intestino, dove possono agire sul sistema immunitario come protoallergeni.

Le allergie legate al cibo

Erika Jensen-Jarolim e colleghi hanno valutato quanto questo processo possa avere un impatto sulla salute pubblica. Hanno studiato i registri dei farmaci da prescrizione che coprono il 97% della popolazione austriaca per un periodo di quattro anni (2009-2013). Sono stati considerati differenti farmaci antiacidi: gli antagonisti del recettore H2, le prostaglandine E2, gli inibitori di pompa protonica e il sucralfato.

Hanno scoperto che le persone che usano antiacidi avevano il doppio delle probabilità di aver bisogno di un farmaco antiallergico negli anni successivi. Il rapporto di rischio, rispetto alla prima prescrizione del farmaco, è risultato maggiore per il sucralfato (HR 3,79) seguito dalle prostaglandine (HR 3,41), dagli antagonisti del recettore H2 (HR 2,95) e dagli inibitori di pompa protonica (HR 2,93).

Coloro che assumevano solo sei dosi giornaliere all’anno erano già a rischio, con un aumento proporzionale ad un uso più frequente. Il rischio era maggiore nelle donne e nelle persone anziane.

Questi risultati suggeriscono che i benefici per la salute dell’inibizione dell’acido gastrico devono essere attentamente valutati rispetto ai potenziali rischi.

 

 

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