Nel mondo vengono parlate oggi circa 7.000 lingue che differiscono non solo per la grammatica e le parole, ma anche per i suoni del parlato: la fonetica. Una diversità del suono che è in grado di caratterizzare in modo chiaro la lingua parlata.
Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, la forma del palato umano può influenzare schemi linguistici piccoli e sistematici modelli del parlato in differenti gruppi linguistici.
Le lingue e la forma del palato
Molti studi in passato si erano concentrati sull’influenza culturale e ambientale nell’evoluzione del linguaggio. Si era ipotizzato che qualsiasi variazione nell’anatomia del tratto vocale abbia avuto poca influenza sulla diversità linguistica.
Tratto vocale e pronuncia: lo studio
Dan Dediu e colleghi hanno esaminato come la forma del palato umano possa influenzare la pronuncia di cinque vocali ascoltate in diverse famiglie linguistiche.
In particolare, si sono concentrati su una componente del tratto vocale: il palato duro. La sua forma è infatti sotto controllo genetico e ambientale, e mostra variazioni interindividuali e tra gruppi, in particolare
sulla forma del palato duro medio-sagittale.
Per studiare questa parte del tratto vocale hanno usato modelli computerizzati basati su 107 scansioni di risonanza magnetica dei partecipanti, in rappresentanza di quattro grandi gruppi etnolinguistici: europei e nordamericani di origine europea, nord indiano, sud indiano e cinese.
Forme differenti per suoni differenti
Gli autori hanno scoperto che diverse forme di palato duro in tutti i gruppi hanno comportato sottili differenze nell’acustica e nell’articolazione di tutte e cinque le vocali.
Tuttavia, mostrano che queste idiosincrasie del parlato a livello individuale potrebbero essere state ulteriormente amplificate quando tramandate di generazione in generazione.
Gli autori concludono che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il ruolo che l’anatomia del tratto vocale gioca nell’evoluzione del linguaggio.