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Negli occhi fossili di 54 milioni di anni fa il primo reperto noto di un pigmento di melanina

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Gli occhi fossilizzati dei Tipulidi che risalgono a circa 54 milioni di anni offrono il primo reperto noto di un pigmento di melanina, selettivo per la luce, mai osservato in qualsiasi artropode. Questa scoperta è stata riportata sulla rivista Nature di questa settimana. Ulteriori analisi rivelano come le strutture dell’occhio dei Tipulidi sono alterate dal processo di fossilizzazione, il che indica che potrebbe essere necessario rivalutare interpretazioni precedenti delle strutture oculari di altri artropodi fossilizzati, come i Trilobiti.

Gli occhi composti: lo studio

Gli occhi composti, trovati in artropodi come insetti e crostacei, sono gli organi visivi più comuni che si possono osservare nel regno animale. Questi occhi hanno una storia evolutiva che risale ad almeno 520 milioni di anni. Lo studio dei primi esemplari può offrire spunti sulla capacità visiva degli occhi degli artropodi.

Johan Lindgren e colleghi hanno studiato la composizione e la microanatomia vecchia di 54 milioni di anni, di occhi di Tipulidi provenienti dalla Danimarca e le hanno confrontate con quelle di esemplari moderne degli stessi insetti, per determinare in che modo il processo di fossilizzazione altera gli occhi composti.

Il pigmento di eumelanina

Hanno così osservato evidenze di eumelanina, un pigmento che potrebbe servire da scudo per proteggere i fotorecettori dalla luce, sia negli esemplari fossilizzati che in quelli moderni.

Gli occhi fossilizzati mostrano segni di calcificazione sulle strutture delle lenti, che gli autori pensano sostituisca la chitina, un materiale che protegge l’occhio ed è coinvolto nella visione.

Precedenti studi hanno suggerito che, in alcuni artropodi estinti, questa calcificazione potrebbe essersi verificata nella vita, ma gli autori propongono che tale mineralizzazione possa avere una visione alterata. Invece, propongono che i depositi di calcio siano un artefatto della conservazione dei fossili. Questa scoperta implica che le ipotesi di lunga data sugli occhi calcificati nei Trilobiti, uno dei primi gruppi noti di artropodi, potrebbero richiedere una rivalutazione.

 

 

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