Home Cardiologia Le nuove linee Guida 2019 dell’ESC. Parte 3: embolia polmonare acuta

Le nuove linee Guida 2019 dell’ESC. Parte 3: embolia polmonare acuta

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Continua la serie di articoli dedicati alle 5 nuove linee guida pubblicate dalla European Society of Cardiology. Vi proponiamo qui le raccomandazioni sull’embolia polmonare acuta, pubblicate online in occasione del congresso annuale della Società. Sono state sviluppate in collaborazione con la European Respiratory Society (ERS).

L’embolia polmonare acuta

L’embolia polmonare acuta è la terza causa più comune di morte cardiovascolare in Europa, dopo infarto e ictus, contribuendo a oltre 350.000 decessi ogni anno.

Importanti interventi chirurgici, come la sostituzione del ginocchio o dell’anca, lesioni traumatiche gravi, riposo a letto prolungato e cancro sono fattori di rischio comuni per l’embolia polmonare acuta. Può accadere anche dopo lunghi viaggi e in donne in gravidanza o che assumono la pillola contraccettiva orale.

“I sintomi, tra cui mancanza di respiro e dolore toracico, assomigliano ad altre malattie, quindi la diagnosi viene spesso confusa o la gravità della situazione viene sottovalutata e molti pazienti muoiono prima di ricevere una terapia adeguata”, ha affermato il professor Stavros Konstantinides, presidente della Task Force delle linee guida e direttore medico, Centro per la trombosi e l’emostasi, dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza, in Germania.

La diagnosi di embolia polmonare acuta

Le linee guida chiariscono passo dopo passo come diagnosticare l’embolia polmonare acuta. Il processo inizia con sospetto clinico basato sui sintomi combinati con esami del sangue (D-dimero). A seconda della gravità e dell’urgenza dello scenario, può essere utilizzata una tomografia computerizzata (TC) per visualizzare i vasi polmonari o l’ecografia cardiaca per osservare le camere cardiache.

Gravità e terapia

Le linee guida indicano come giudicare la gravità dell’embolia polmonare sulla base di una combinazione di risultati clinici, di imaging e di laboratorio. Ciò determinerà se sono sufficienti gli anticoagulanti orali o se è necessario un intervento transcatetere o la rimozione chirurgica. Esistono nuovi consigli su come distinguere, nella TC, trombi freschi nei polmoni da ostruzioni croniche dovute a una ipertensione polmonare cronica tromboembolica (CTEPH).

Un’altra novità è la guida su quali farmaci usare in un paziente con embolia polmonare e cancro. I pazienti con cancro hanno un alto rischio di recidiva ed è spesso necessario un anticoagulante a tempo indefinito.

L’embolia polmonare acuta è una delle principali cause di morte materna nei paesi ad alto reddito, ma la diagnosi può essere difficile perché i sintomi spesso si sovrappongono a quelli della normale gravidanza. Nuove raccomandazioni delineano come diagnosticare e trattare l’embolia polmonare nella paziente incinta.

Il trattamento a domicilio

Le istruzioni aggiornate indicano quando è sicuro rimandare i pazienti a casa dall’ospedale. Alcuni hanno un rischio aumentato di un altro evento. Gli anticoagulanti sono usati per trattare l’episodio acuto e prevenire le recidive, ma aumentano il rischio di sanguinamento. Le linee guida descrivono come decidere la durata del trattamento. Queste le raccomandazioni in Classe I:

  • L’anticoagulazione terapeutica per un periodo ≥3 mesi è raccomandata per tutti i pazienti con embolia polmonare.
  • Per i pazienti al primo episodio di embolia polmonare/tromboebolismo venoso, secondaria ad un importante fattore di rischio transitorio reversibile, l’interruzione della terapia con anticoagulanti orali è raccomandata dopo 3 mesi.
  • Si raccomanda un trattamento anticoagulante orale di durata indefinita per i pazienti che presentano tromboembolismo ricorrente (vale a dire con almeno un episodio precedente di embolia polmonare o trombosi venosa profonda) non correlato a un importante fattore di rischio transitorio o reversibile.
  • Si raccomanda il trattamento anticoagulante orale con un VKA per un periodo indefinito per i pazienti con sindrome anticorpale antifosfolipidica.
  • Nei pazienti che ricevono anticoagulanti per un periodo esteso, si raccomanda che la loro tolleranza al farmaco e l’aderenza, la funzione epatica e renale e il rischio di sanguinamento siano rivalutati a intervalli regolari.

Un approccio multidisciplinare

Ultimo ma non meno importante, le Linee guida ESC del 2019 approvano un approccio multidisciplinare all’embolia polmonare dopo la fase acuta e la dimissione del paziente. I team dovrebbero includere medici, infermieri adeguatamente qualificati e altri professionisti della salute, con l’obiettivo di garantire transizioni regolari tra specialisti ospedalieri e professionisti, cure ottimizzate a lungo termine e prevenzione delle recidive.

I nuovi anticoagulanti orali

Ecco una nuova raccomandazione inserita nell’edizione 2019 delle Linee Guida, in Classe I, sull’utilizzo degli anticoagulanti orali diretti:

  • Quando è iniziata l’anticoagulazione orale in un paziente con embolia polmonare che può beneficiare di un nuovo anticoagulante orale (apixaban, dabigatran, edoxaban, o rivaroxaban), quest’ultimo è la forma raccomandata di trattamento anticoagulante.

 

 

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