Home Cardiologia Inconsciamente (?) i medici tendono a non prescrivere dosi elevati di farmaci

Inconsciamente (?) i medici tendono a non prescrivere dosi elevati di farmaci

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I medici possono essere inconsciamente influenzati a non utilizzare i farmaci a dosaggi più elevati, il che può indurli a prescrivere quantità inferiori del necessario. Questi sono i risultati di un breve Research Report, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Annals of Internal Medicine.

I dosaggi raccomandati dei farmaci

Vari farmaci della stessa classe hanno potenze diverse e quindi dosaggi raccomandati diversi. Le attuali linee guida raccomandano dosaggi specifici di beta-bloccanti e inibitori del sistema renina-angiotensina per i pazienti con insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione, perché i pazienti che ricevono questo trattamento hanno meno ricoveri e vivono più a lungo.

Tuttavia, molti pazienti non ricevono il dosaggio raccomandato. Dati recentemente pubblicati mostrano che durante un periodo di osservazione di 12 mesi, meno dell’1% dei pazienti è stato contemporaneamente trattato con dosi target di inibitori del sistema renina-angiotensina, beta-bloccanti e antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi. I ricercatori si sono chiesti se ciò potesse essere dovuto a un pregiudizio inconscio da parte dei medici.

Conscio o inconscio?

I ricercatori dell’Università di Medicina di Vienna hanno utilizzato un registro esistente per esaminare i dati di 3.737 pazienti ambulatoriali con insufficienza cardiaca, con frazione di eiezione ridotta, per determinare se l’incremento progressivo delle dosi è stato interrotto quando il dosaggio era più o meno lontano dall’obbiettivo raccomandato.

Gli autori hanno scoperto che per un gran numero di pazienti con insufficienza cardiaca cronica, la ricerca della dose tollerata più alta dei farmaci si è interrotta quando il dosaggio era più lontano dal dosaggio raccomandato per i farmaci con valori più alti, rispetto a quelli con i dosaggi raccomandati più bassi.

Gli autori sono convinti che questo problema non sia limitato alla terapia per l’insufficienza cardiaca, ma riguardi un numero significativo di altre malattie.

 

 

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