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Torasemide vs furosemide: meno ricoveri e migliori risultati clinici per il farmaco più giovane

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Il rene

La furosemide è probabilmente il diuretico più utilizzato al mondo nei pazienti con scompenso cardiaco, ma il suo utilizzo spesso si estende anche in altre malattie in cui sia richiesta un’induzione della diuresi. Il suo contendete principale è torasemide, farmaco della stessa classe, ma di più recente introduzione e con proprietà farmacologiche potenzialmente più favorevoli. Nonostante questi vantaggi teorici, nella pratica clinica torasemide non ha mai soppiantato furosemide, rimanendo relegato come farmaco di seconda scelta.

Negli ultimi anni differenti studi e metanalisi hanno cercato di confrontare gli effetti clinici di furosemide e torasemide, ma spesso con risultati incerti.

Un gruppo di ricercatori nordamericani propone ora una nuova metanalisi, pubblicata recentemente sull’American Journal of Cardiology.

Furosemide e torasemide

Furosemide è un diuretico dell’ansa entrato in commercio negli anni 60. La sua azione si esercita sul tratto ascendente dell’ansa di Henle, inibendo il riassorbimento di sodio e cloro. La sua biodisponibilità varia dal 43% al 69%. Gli effetti collaterali di questo farmaco, comuni peraltro a questa classe di molecole sono principalmente l’iponatremia, l’ipokaliemia e l’ipomagnesiemia.

Torasemide è un diuretico dell’ansa di più recente sintesi, entrato in uso all’inizio degli anni 90, e condivide con furosemide il principale meccanismo d’azione. Ne differisce però per una maggiore biodisponibilità, che raggiunge l’80%-90%, rendendolo così più potente. A torasemide viene inoltre attribuito un minor effetto ipokaliemizzante.

Il confronto

Gli autori di questa nuova metanalisi hanno analizzato i risultati di tutti gli studi pubblicati sul confronto tra torasemide e furosemide in pazienti con insufficienza cardiaca fino ad agosto 2019. Complessivamente l’analisi ha coinvolto oltre 19.000 pazienti, seguiti per un follow-up medio di 15 mesi.

I risultati hanno evidenziato come l’uso di torasemide si associ a un minor rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca rispetto alla furosemide (Odds ratio 0,72).

Questo farmaco è risultato inoltre associato a un più accentuato miglioramento clinico, evidenziato da un passaggio dalla classe funzionale NYHA III/IV alla classe I/II.

Infine, rispetto a furosemide, torasemide a evidenziato un minor rischio di mortalità cardiaca (Odds ratio 0,37).

I due farmaci hanno invece presentato effetti simili per quanto riguarda la mortalità per tutte le cause e gli effetti collaterali.

Un punto per torasemide

Come già era emerso in precedenti ricerche, questa metanalisi sembra confermare che torasemide presenta qualche aspetto a favore rispetto a furosemide nel trattamento dei pazienti con insufficienza cardiaca.

Migliorando il profilo clinico e la mortalità cardiaca, questo farmaco sembra fornire importanti vantaggi rispetto al suo concorrente.

Resta da vedere se in futuro gli esperti giudicheranno sostanziali le prove a favore di torasemide, tanto da indicarne una preferenza nelle linee guida sul trattamento dello scompenso cardiaco, dove al momento i diuretici dell’ansa vengono genericamente raccomandati per ridurre la ritenzione di liquidi in pazienti con classe funzionale NYHA II-IV.

 

Franco Folino

 

 

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