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Influenza: oseltamivir può anticipare fino a tre giorni la guarigione

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Da molti anni si susseguono studi clinici che cercano di dimostrare l’efficacia dei farmaci antivirali per il trattamento dell’influenza. Purtroppo però, nonostante emergano aspetti positivi sulla loro efficacia clinica, gli effetti collaterali sono spesso così marcati da non renderne giustificato il loro uso.

Un nuovo studio, pubblicato recentemente sulla rivista The Lancet, sembra riaprire il dibattito, evidenziando una guarigione più rapida in pazienti trattati con oseltamivir.

Oseltamivir

Oseltamivir è stato approvato per il suo impiego negli Stati Uniti già nel 1999. Le sue indicazioni prevedono il trattamento e la prevenzione dell’influenza di tipo A e B. Gli effetti indesiderati più comuni includono vomito, diarrea, mal di testa, disturbi del sonno, sintomi psichiatrici e convulsioni.

Gli effetti clinici di questo farmaco sono stati oggetto di diversi studi e metanalisi con risultati quantomeno contrastanti. Generalmente il suo uso viene raccomandato in persone che hanno complicanze o sono ad alto rischio di complicanze a seguito dell’infezione influenzale, ma non nella popolazione generale.

A suo favore, va peraltro ricordato che oseltamivir è incluso nell’elenco complementare dei medicinali essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Antivirali e influenza

L’influenza continua a essere una delle maggiori preoccupazioni per la salute pubblica. Dal canto loro i farmaci antivirali sono comunque importanti presidi per il controllo dell’influenza, in particolare per il trattamento dei pazienti con malattia grave, infezione da virus di recente comparsa o in caso di pandemia.

Negli ultimi decenni, due classi principali di farmaci antivirali sono state disponibili per il trattamento o la profilassi dell’influenza: gli adamantani e gli inibitori della neuraminidasi. Oseltamivir fa parte di quest’ultima classe.

Nuovi farmaci antivirali influenzali sono peraltro attualmente oggetto di indagine in studi clinici in fase avanzata, caratterizzati anche da differenti meccanismi d’azione.

Identificare gli individui che ne potrebbero trarre maggior beneficio

In questo nuovo studio i ricercatori hanno cercato di determinare se l’aggiunta del trattamento antivirale alle normali cure primarie, per i pazienti con malattia simil-influenzale, riduce i tempi di recupero in generale e in una serie di sottogruppi.

Per fare questo hanno svolto uno studio in aperto, randomizzato e controllato che prevedeva l’aggiunta di oseltamivir alle cure usuali in pazienti di età pari o superiore a 1 anno che presentavano malattie simil-influenzali.

L’endpoint primario dello studio è stato il tempo di recupero, definito come ritorno alle normali attività, con febbre, mal di testa e dolore muscolare lieve o assente.

Sono stati inoltre valutati 36 sottogruppi definiti da età, comorbidità, durata e gravità dei sintomi.

Complessivamente sono stati reclutati oltre 3.200 soggetti in 15 paesi europei, nel corso di tre stagioni influenzali.

Recupero più veloce dall’influenza

I risultati dello studio hanno evidenziato come i pazienti trattati con oseltamivir recuperavano più velocemente dalla malattia influenzale (HR 1,29), sia considerando l’intera coorte, sia in 30 dei 36 sottogruppi considerati.

È stato stimato complessivamente un beneficio assoluto medio di 1,02 giorni. Considerando i sottogruppi il maggior beneficio è stato evidenziato tra i soggetti di età pari o superiore a 65 anni, con comorbidità e durata della malattia precedente più lunga, in cui il recupero è avvenuto con 3,2 giorni di anticipo.

Gli effetti collaterali principali registrati nel gruppo di pazienti in trattamento con oseltamivir sono stati vomito o nausea.

Una risorsa terapeutica contro l’influenza

I risultati di questo studio sembrano innanzitutto essere rassicuranti per quanto riguarda la comparsa di effetti avversi correlabili al trattamento. Hanno però soprattutto il pregio di identificare con buona precisione quali sono i pazienti che possono maggiormente beneficiare di questa cura.

La difficoltà nel realizzare una copertura vaccinale adeguata, e la non sempre completa efficacia degli stessi vaccini, porta ogni anno a casi gravi di influenza, in particolare nei soggetti anziani e con comorbilità. Poter disporre di un farmaco efficace in grado di alleviare la malattia, in particolare nei soggetti particolarmente a rischio di complicanze è certamente un’opportunità da non sottovalutare.

 

Franco Folino

 

 

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