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Se aumentano i tweet sulle malattie mentali aumentano le visite dallo psichiatra

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Le visite presso due servizi di assistenza mentale a Londra, per pazienti che necessitavano di un supporto urgente, sono state significativamente maggiori nei giorni in cui era stato postato un numero di tweet superiore alla media su argomenti che riguardavano la salute mentale.

Lo studio che ha rilevato questo comportamento, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha utilizzato i dati raccolti tra gennaio 2010 e dicembre 2014 presso il South London e Maudsley NHS Foundation Trust (SLAM) e il Camden e Islington NHS Foundation Trust (C&I).

La rappresentazione della malattia mentale sui social media

Precedenti studi avevano dimostrato che l’uso dei social media, la rappresentazione della malattia mentale nei media e le discussioni pubbliche sulla salute mentale, possono essere associati a effetti negativi sulla salute mentale. Tuttavia, la ricerca finora si era concentrata principalmente su eventi di alto profilo segnalati dai media. Le associazioni con menzioni di salute mentale sui social media erano invece rimaste sottovalutate.

Depressione e schizofrenia sui social

Anna Kolliakou, Robert Stewart e colleghi hanno confrontato il numero di tweet contenenti parole chiave associate a due importanti disturbi di salute mentale – depressione e schizofrenia – con segnalazioni registrate di “episodi di crisi” allo SLAM e al C&I. Tra gennaio 2010 e dicembre 2014, SLAM e C&I hanno registrato 48.691 e 32.689 episodi di crisi.

Nei giorni in cui era stato pubblicato un numero di tweet superiore alla media che menzionavano depressione, schizofrenia o che mostravano supporto per entrambe le malattie, gli autori hanno osservato un aumento del 5-15% del numero delle crisi di salute mentale che hanno portato i pazienti a rivolgersi allo SLAM o al C&I.

Gli autori suggeriscono che sono necessarie ulteriori ricerche, per determinare i potenziali fattori alla base di queste associazioni e se le piattaforme di social media possono essere monitorate dai servizi sanitari per identificare i gruppi vulnerabili e prevedere i momenti in cui vi è un rischio più elevato di sviluppare problemi di salute mentale.

 

 

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