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I farmaci per il trattamento del disturbo da consumo di cannabis sono realmente efficaci?

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I risultati di differenti studi condotti sull’argomento, suggeriscono che diverse classi di farmaci, inclusi cannabinoidi e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sono inefficaci per il trattamento del disturbo da consumo di cannabis. Questo è quanto emerge da una revisione sistematica pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Il consumo di cannabis continua a crescere

Secondo il National Survey on Drug Use and Health, dal 2002 al 2014, la prevalenza del consumo quotidiano di cannabis negli Stati Uniti è quasi raddoppiato. Anche la potenza della cannabis disponibile sul mercato è aumentata. Al contrario, la percezione pubblica dei danni causati dalla cannabis è diminuita.

Con un maggiore utilizzo da parte della popolazione generale di questa sostanza e un’alta prevalenza del disturbo da uso di cannabis tra i consumatori abituali di cannabis, esiste un urgente bisogno di ulteriori ricerche per identificare efficaci trattamenti farmacologici.

Il disturbo da consumo di cannabis è definito come l’uso continuato di cannabis, nonostante una compromissione clinicamente significativa.

I farmaci per il trattamento del disturbo da consumo di cannabis

I ricercatori del VA Portland Health Care System hanno esaminato le ricerche pubblicate che avevano accertato i benefici e i rischi delle farmacoterapie utilizzate per il trattamento del disturbo da consumo di cannabis.

In 26 studi, i risultati sono stati ampiamente insufficienti per determinare se i farmaci potessero aiutare a curare il disturbo da uso di cannabis. I ricercatori hanno trovato prove a bassa o moderata evidenza che buspirone, cannabinoidi e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina erano inefficaci per ridurre il consumo di cannabis o migliorare le crisi di astinenza. Non vi erano dati sufficienti per trarre conclusioni sull’efficacia di tutte le altre classi di farmaci.

I ricercatori hanno osservato che, nel complesso, le evidenze mese a disposizione dagli studi clinici erano molto limitate, perché un numero modesto di studi ha valutato i di farmaci utilizzati in questo campo. Inoltre, i campioni di pazienti inclusi nelle sperimentazioni erano di piccole dimensioni, i tassi di abbandono erano elevati ed erano presenti altri difetti metodologici in quasi la metà degli studi inclusi nella revisione.

Gli autori di questo nuovo lavoro concludono affermando la necessità di ulteriori ricerche in questo settore.

 

 

 

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