Home Astronomia Individuati i segni dell’esplosione più potente mai vista nell’Universo

Individuati i segni dell’esplosione più potente mai vista nell’Universo

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L’enorme esplosione è avvenuta nell’ammasso di galassie di Ofiuco, un grande conglomerato cosmico con migliaia di galassie, gas caldo e materia oscura tenuti insieme dalla gravità, a circa 390 milioni di anni luce di distanza. In particolare, l’eruzione è collegata a potenti getti rilasciati dal buco nero supermassiccio che si trova al centro della galassia e si nutre attivamente del gas circostante, espellendo occasionalmente grandi quantità di materia ed energia.

Nell’immagine in evidenza si vede come il gas caldo diffuso che pervade il cluster viene rivelato attraverso osservazioni a raggi X di XMM-Newton (mostrate in rosa), dati radio dal radiotelescopio gigante metrewave (mostrato in blu) e dati a infrarossi dall’indagine 2MASS (mostrati in bianco). L’inserto in basso a destra mostra una vista radiografica ingrandita basata sui dati di Chandra (anch’essi mostrati in rosa), mentre i punti luminosi sparsi sull’immagine riflettono la distribuzione di stelle e galassie in primo piano.

I getti del buco nero

L’emissione di raggi X rivela il bordo di una grande cavità, scolpita nel gas caldo dai getti del buco nero. La cavità è riempita con l’emissione radio da elettroni accelerati a quasi la velocità della luce – probabilmente a causa dell’attività di alimentazione del buco nero – che fornisce la prova che un’eruzione di dimensioni senza precedenti ha avuto luogo lì.

Nel 2016, un gruppo di astronomi aveva trovato i primi indizi di quest’esplosione gigante nei dati di Chandra, riferendo la scoperta di un insolito bordo curvo nell’immagine a raggi X dell’ammasso di galassie di Ofiuco. Hanno valutato se questo bordo potesse indicare una cavità nel gas caldo collegato ai getti del buco nero, ma in quel momento avevano scartato questa possibilità.

L’eruzione del buco nero

In uno studio più recente, pubblicato nel febbraio 2020, Simona Giacintucci del Naval Research Laboratory di Washington, DC (USA) e collaboratori hanno rilevato il bordo curvo anche nei dati XMM-Newton, confermando la precedente osservazione di Chandra. In questo studio, gli scienziati hanno combinato i dati dei raggi X con le osservazioni delle onde radio del cluster Ophiuchus del Murchison Widefield Array (MWA) in Australia e del Giant Metrewave Radio Telescope (GMRT) in India, rivelando che il bordo curvo delimita una regione riempita di gas radio-emittente ed è parte del muro di una cavità nel gas caldo.

L’eruzione del buco nero che ha creato la cavità ha rilasciato una quantità di energia circa cinque volte maggiore di quella coinvolta nell’evento più potente di questo tipo finora noto, osservato nell’ammasso di galassie MS0735.6+7421.

 

 

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