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Fibrillazione atriale e anticoagulanti: apixaban sembra essere più sicuro ed efficace di rivaroxaban

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L'innesco di una fibrillazione atriale

L’anticoagulante orale apixaban sembra essere più sicuro ed efficace del rivaroxaban nel prevenire ictus e trombosi sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale. Questi in sintesi i risultati di un ampio studio di coorte, pubblicati nei giorni scorsi sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Fibrillazione atriale e anticoagulanti orali

Ai pazienti con fibrillazione atriale vengono spesso prescritti anticoagulanti orali per prevenire eventi tromboembolici come l’ictus. Apixaban e rivaroxaban sono anticoagulanti orali di nuova generazione che sono raccomandati in sostituzione al warfarin soprattutto per la loro maggiore sicurezza. Sebbene studi clinici abbiano confrontato individualmente apixaban e rivaroxaban con warfarin in pazienti con fibrillazione atriale, pochi studi avevano fino ad oggi confrontato i due trattamenti tra loro.

Sia apixaban che rivaroxaban agiscono attraverso un simile meccanismo d’azione che consiste nella inibizione diretta del fattore X attivato e conseguente blocco contemporaneo della via intrinseca ed estrinseca della cascata della coagulazione.

Apixaban e rivaroxaban a confronto

I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e del Sinai Health hanno studiato un database nazionale di richieste di risarcimento di assicurazioni commerciali, negli Stati Uniti. Utilizzando questi dati hanno confrontato efficacia e sicurezza di apixaban rispetto a rivaroxaban nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in cui vi era indicazione ad un trattamento con anticoagulanti orali.

I due gruppi di trattamento strettamente associati includevano 39.351 pazienti a cui era stato prescritto apixaban e 39.351 a cui era stato prescritto rivaroxaban.

A 290 giorni di follow-up, il gruppo rivaroxaban ha avuto un più alto tasso di ictus o trombosi sistemica rispetto al gruppo apixaban. A sua volta il gruppo apixaban ha avuto un tasso più basso di sanguinamento gastrointestinale o cerebrale rispetto al gruppo rivaroxaban.

Secondo l’autore principale, i risultati dovrebbero aiutare a guidare la scelta del farmaco quando si discutono le opzioni di trattamento con i pazienti che hanno una fibrillazione atriale.

 

 

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