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I microbi popolano anche il fondo degli oceani

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Thin section photomicrograph mosaic in transmitted light (crossed polarizers) of a partially altered oxide gabbro with organic intergrowth. This sample was recovered from the lower oceanic crust at the Atlantis Bank core complex in the Indian Ocean during IODP Expedition 360. Detailed examination of gabbroic rocks from Atlantis Bank revealed life in plutonic rocks of the lower oceanic crust. Photo by Frieder Klein, WHOI.

La scoperta di comunità microbiche presenti fino a una profondità di 750 metri nel fondo del mare fornisce spunti su come questi microrganismi siano in grado di sopravvivere in un’ambiente estremo. Questi risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature.

I microbi presenti nelle profondità marine

È ben noto come i microrganismi siano presenti nella crosta superiore della Terra, ma esistono informazioni limitate sulla loro possibilità di sopravvivenza sulla crosta oceanica inferiore. Per il microbiota presente nelle rocce poste nelle profondità marine la sopravvivenza è difficile, a causa delle difficoltà nell’ottenere quantità sufficienti di carbonio ed energia per la crescita e altri processi indispensabili per la vita.

Virginia Edgcomb e colleghi hanno ottenuto campioni di roccia raccolta dalle profondità del fondale marino presso la Atlantis Bank, nell’Oceano Indiano, dove la crosta inferiore della Terra è esposta.

Comunità microbiche attive nella crosta oceanica inferiore

Nella crosta oceanica inferiore riesumata, gli autori hanno scoperto comunità microbiche attive. Sulla base delle misurazioni dell’attività enzimatica e del recupero dell’mRNA da questi microrganismi, hanno determinato che i livelli di attività cellulare erano molto bassi. Hanno identificato processi eterotrofi inattesi, ovvero l’utilizzo di materiale organico come fonte di cibo, come il riciclaggio di aminoacidi per produrre composti che possono essere utilizzati nella produzione e nello stoccaggio di energia.

La competizione per risorse limitate nel fondo del mare

Gli autori concludono che la circolazione di fluidi attraverso zone di faglia e le fratture nella crosta oceanica inferiore possono facilitare il rilascio di sostanze volatili, come H2 o CO2, nonché sostanze nutritive. Questi flussi potrebbero rappresentare quindi ambienti vantaggiosi per i microrganismi.

Suggeriscono così che gli adattamenti dei microrganismi riflettono una competizione in un ambiente ostile, come la biosfera profonda, che offre risorse limitate e solo sporadicamente disponibili.

I ricercatori che hanno completato lo studio osservano inoltre che è necessaria un’ulteriore esplorazione della crosta oceanica inferiore, per determinare se la diversità e le attività del microbiota sono simili a quelle che si trovano sotto l’Atlantis Bank.

 

 

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