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I vaccini contro pneumococco e rotavirus riducono l’uso (e l’abuso) degli antibiotici nei bambini

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Il potenziamento o l’introduzione di programmi di vaccinazione per pneumococco e rotavirus, microrganismi che causano malattie respiratorie e diarrea, hanno il potenziale di far ridurre l’uso di antibiotici nei bambini, nei paesi a basso e medio reddito.

Sono questi i risultati di una ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, che aiutano nella definizione delle priorità dei vaccini per l’infanzia nell’ambito della strategia globale per combattere l’abuso degli antibiotici e quindi la resistenza antimicrobica.

L’impatto dei vaccini contro lo pneumococco e il rotavirus sull’uso degli antibiotici nei bambini

Joseph Lewnard e colleghi hanno analizzato i dati rilevati in sondaggi su larga scala condotti in famiglie in paesi a basso e medio reddito – dove si avvertono i maggiori impatti della resistenza agli antibiotici – per stimare l’impatto dei vaccini contro lo pneumococco e il rotavirus sull’uso di antibiotici in bambini di età inferiore ai cinque anni età.

Hanno scoperto che il 24,8% delle infezioni respiratorie trattate con antibiotici e il 21,6% delle infezioni diarroiche erano causati da agenti patogeni sensibili a questi vaccini. I bambini che avevano ricevuto il coniugato pneumococcico o i vaccini contro il rotavirus avevano una probabilità inferiore dell’8,7% e dell’8,1% di sviluppare infezioni respiratorie e diarroiche trattate poi con antibiotici, rispetto ai bambini non vaccinati.

I programmi di vaccinazione contro lo pneumococco e il rotavirus

Gli autori hanno stimato che gli attuali programmi di vaccinazione contro lo pneumococco e il rotavirus prevengono annualmente circa 23,8 milioni di episodi di malattie respiratorie trattate con antibiotici e 13,6 milioni di episodi di malattie diarroiche trattate con antibiotici, tra i bambini che vivono nei paesi a basso e medio reddito. Ulteriori 40 milioni di episodi di malattia trattata con antibiotici possono essere prevenuti se i livelli di copertura saranno migliorati nei paesi in cui questi vaccini sono già in uso e attraverso l’introduzione dei vaccini nei paesi in cui i bambini non li ricevono ancora.

 

 

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