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Remdesivir: dimostrata l’efficacia nel trattamento dei pazienti con COVID-19

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Immagine del coronavirus
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Il New England Journal of Medicine ha recentemente pubblicato un trial clinico che ha confermato l’efficacia di remdesivir nell’accorciare il tempo di guarigione nei pazienti con Covid-19 e un’infezione del tratto respiratorio inferiore.

Questo nuovo studio capovolge i risultati di una precedente ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori cinesi, pubblicata lo scorso aprile sulla rivista The Lancet, che non aveva evidenziato benefici associati a questo trattamento in pazienti adulti ricoverati in ospedale per COVID-19 grave.

Il remdesivir

Il remdesivir è un profarmaco. Il suo metabolita attivo, un analogo dell’adenosina nucleoside trifosfato, agisce interferendo con l’azione della RNA polimerasi virale, RNA dipendente, inducendo una diminuzione della produzione di RNA virale. È classificato come un agente antivirale ad azione diretta.

In vitro si era dimostrato efficace nell’inibire il virus della SARS-CoV-1 e della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV). Per questi suoi precedenti si è da subito candidato come un possibile agente terapeutico anche per l’emergente pandemia del nuovo coronavirus Sars-CoV-2.

Il remdesivir nel trattamento di COVID-19: lo studio

In questo nuovo studio, portato a termine con un disegno in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, il remdesivir è stato somministrato per via endovenosa in adulti ricoverati con COVID-19 e con evidenza di infezione del tratto respiratorio inferiore.

Il gruppo di pazienti assegnato al trattamento attivo ha ricevuto una dose di remdesivir di carico di 200 mg il primo giorno, seguita da 100 mg al giorno per un massimo di altri 9 giorni. I pazienti assegnati al gruppo di controllo hanno ricevuto un placebo per un massimo di 10 giorni.

L’outcome primario del trial era il tempo trascorso fino al recupero dalla malattia, definito come il primo giorno, durante i 28 giorni successivi all’arruolamento, in cui un paziente soddisfaceva una serie di criteri che ne stabilivano una sostanziale guarigione o un chiaro miglioramento.

In totale, 541 pazienti sono stati assegnati al gruppo remdesivir e 521 al gruppo placebo; nel complesso avevano un’età media di 59 anni.

Il remdesivir nel trattamento di COVID-19: la guarigione è accelerata

I risultati dello studio hanno evidenziato come i pazienti che avevano ricevuto remdesivir recuperavano dalla malattia in un tempo mediano di 10 giorni. Nei soggetti trattati con placebo il recupero si raggiungeva invece in 15 giorni.

Le stime sulla mortalità hanno indicato un tasso del 6,7% con remdesivir e dell’11,9% con placebo entro il giorno 15 e dell’11,4% con remdesivir e del 15,2% con placebo entro il giorno 29.

Per quanto riguarda la sicurezza del trattamento, eventi avversi gravi sono stati segnalati nel 24,6% dei pazienti trattati con remdesivir e nel 31,6% di quelli inclusi nel gruppo placebo.

Il remdesivir nel trattamento di COVID-19: un’arma efficace

Ad alcuni mesi dall’inizio della pandemia di COVID-19 si rende ufficialmente disponibile un’arma per combattere la malattia. Tra i vari farmaci utilizzati per contrastare il nuovo coronavirus remdesivir si era dimostrato da subito un farmaco promettente, ma solo ora, con la pubblicazione dei risultati di questo trial, il suo utilizzo è pienamente giustificato.

Il remdesivir sembra fornire due importanti vantaggi. Prima di tutto riduce la durata della malattia, accelerando il processo di guarigione. Secondo aspetto, forse il più importante, riduce in modo significativo la mortalità. In questo caso la diminuzione è davvero significativa: del 45% al giorno 15 e del 73% al giorno 29. Gli autori dello studio avvertono però che in questo contesto le differenze di mortalità tra i gruppi variavano notevolmente in base alla gravità di base della malattia.

Questo farmaco non è mai stato utilizzato in pazienti nelle fasi iniziali della malattia o con forme leggere di COVID-19. Per questo il suo utilizzo è riservato, almeno per il momento, ai pazienti con forme rilevanti, ricoverati in ospedale, e in cui vi sia evidenza di un’infezione polmonare in corso.

Va ricordato che tutti i farmaci antivirali sono gravati da effetti collaterali più o meno rilevanti. In particolare, gli effetti avversi più comuni del remdesivir includono insufficienza respiratoria, bassi livelli di albumina, ipopotassiemia, anemia e piastrinopenia.

In questo nuovo studio non vi è stato un eccesso di eventi avversi nel gruppo in trattamento attivo, ma in alcuni casi sono stati rilevati effetti potenzialmente connessi al trattamento.

Più precisamente, ci sono stati casi di insufficienza respiratoria grave nell’8,8% dei pazienti trattati con remdesivir, tra cui insufficienza respiratoria acuta e necessità di intubazione endotracheale, e nel 15,5% dei pazienti inclusi nel gruppo placebo.

Seguendo precise indicazioni remdesivir può aiutare in modo sostanziale a combattere il nuovo coronavirus, accelerando la guarigione e riducendo la mortalità della malattia, risultata così rilevante nella prima fase della pandemia, in particolare in Italia.

 

Franco Folino

 

Aggiornamento

Il 20 novembre 2020 sono state pubblicate sul BMJ nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul trattamento dei pazienti con COVID-19. In questo documento gli esperti non raccomandano il farmaco antivirale remdesivir per i pazienti ricoverati in ospedale, indipendentemente da quanto grave sia la malattia. Precisano inoltre che non ci sono prove che migliori la sopravvivenza o la necessità di ventilazione. Leggi l’articolo sulle linee guida in altra parte del giornale.

 

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