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COVID-19: la durata dell’immunità dipende dalla gravità della malattia

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Immagine del coronavirus
This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention's Public Health Image Library (PHIL), with identification number #4814.

La risposta immunitaria indotta in seguito a una sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) diminuisce nei tre mesi successivi all’infezione e dipende dalla gravità della malattia. Questo è quanto emerge da un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Microbiology. La ricerca, che fornisce informazioni sulla risposta del corpo al virus, ha notevoli implicazioni per la progettazione del vaccino e la gestione della malattia.

Sebbene le persone infette da SARS-CoV-2 generino una risposta immunitaria al virus, la durata della risposta è incerta e non è chiaro per quanto tempo gli individui saranno protetti da successivi contatti con il virus. Katie Doores e colleghi hanno studiato la risposta anticorpale di 59 pazienti e 37 operatori sanitari presso la Guy’s and St Thomas ‘NHS Foundation Trust di Londra, per tre mesi dopo l’insorgenza dei sintomi della malattia.

Il picco un mese dopo

Tipica di un’infezione virale acuta, la risposta anticorpale ha raggiunto il picco circa un mese dopo la comparsa dei sintomi, prima di iniziare a diminuire. Le persone con malattia grave hanno generato la risposta anticorpale più forte e, sebbene questa risposta sia diminuita, gli anticorpi neutralizzanti erano ancora rilevabili oltre 60 giorni dopo l’inizio dei sintomi. Anche le persone con una malattia più lieve hanno generato una risposta immunitaria, ma è stata più piccola ed è diminuita verso i livelli basali. Alcuni operatori sanitari, ad esempio, non hanno avuto una risposta immunitaria rilevabile nello stesso periodo di follow-up.

Lo studio suggerisce che le persone che soffrono di una malattia COVID-19 più grave possono essere protette per periodi più lunghi rispetto alle persone che manifestano sintomi più lievi e che la cinetica della risposta è simile ad altri coronavirus stagionali endemici. Gli autori sottolineano che i vaccini dovranno generare una risposta immunitaria robusta e duratura, simile a quella generata nei pazienti gravemente malati e che potrebbero essere necessari dei richiami per fornire una protezione che persista più a lungo.

 

 

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