Home Ambiente Il ritorno del buco nell’ozono: nel 2020 raggiunta una misura record (VIDEO)

Il ritorno del buco nell’ozono: nel 2020 raggiunta una misura record (VIDEO)

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The measurements from the Tropomi instrument on the Copernicus Sentinel-5P satellite show that this year's ozone hole has reached its maximum size with a peak of around 25 million sq km (black dots on the right-hand plot). The ozone hole covers most of the Antarctic continent and the size is well above the average of the last ten years (grey area on the right figure). contains modified Copernicus Sentinel data (2020), processed by DLR/BIRA/ESA

Negli ultimi anni erano arrivati segnali incoraggianti che indicavano come il buco dell’ozono si era progressivamente ridotto. Ora invece, le misurazioni dal satellite Sentinel-5P di Copernicus mostrano che il buco dell’ozono di quest’anno sull’Antartico è uno dei più grandi e profondi degli ultimi anni. Un’analisi dettagliata del Centro aerospaziale tedesco indica che ha ora raggiunto la sua dimensione massima.

Le fluttuazioni del buco dell’ozono

La dimensione del buco dell’ozono fluttua regolarmente. Da agosto a ottobre, il buco dell’ozono aumenta di dimensioni, raggiungendo un massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quando le temperature elevate nella stratosfera iniziano a salire nell’emisfero meridionale, la riduzione dell’ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e alla fine si rompe ed entro la fine di dicembre i livelli di ozono tornano alla normalità.

Quest’anno, le misurazioni satellitari mostrano che il buco dell’ozono di quest’anno ha raggiunto la sua dimensione massima il 2 ottobre: circa 25 milioni di km2. Una dimensione paragonabile a quella registrata nel 2018 e nel 2015. L’anno scorso, il buco dell’ozono non solo si è chiuso prima del solito, ma è stato anche il buco più piccolo registrato negli ultimi 30 anni.

La variabilità delle dimensioni del buco dell’ozono è in gran parte determinata dalla forza di una forte fascia di vento che scorre intorno all’area antartica. Questa fascia di vento forte è una conseguenza diretta della rotazione terrestre e delle forti differenze di temperatura tra le latitudini polari e moderate.

Se la fascia di vento è forte, funge da barriera: le masse d’aria tra le latitudini polari e temperate non possono più essere scambiate. Le masse d’aria rimangono quindi isolate sopra le latitudini polari e si raffreddano durante l’inverno.

Dimensioni ben al di sopra della media

Diego Loyola, del Centro aerospaziale tedesco, commenta: “Le nostre osservazioni mostrano che il buco dell’ozono del 2020 è cresciuto rapidamente da metà agosto e copre la maggior parte del continente antartico, con le sue dimensioni ben al di sopra della media. Ciò che è interessante vedere è che il buco dell’ozono del 2020 è anche uno dei più profondi e mostra valori record di ozono. Le misurazioni della colonna di ozono totale dallo strumento Tropomi su Sentinel-5P hanno raggiunto quasi 100 unità Dobson il 2 ottobre”.

Il responsabile della missione dell’ESA per Copernicus Sentinel-5P, Claus Zehner, aggiunge: “Le colonne di ozono totale forniscono un mezzo accurato per monitorare i buchi dell’ozono dallo spazio. I fenomeni del buco dell’ozono non possono essere utilizzati in modo semplice per monitorare i cambiamenti globali dell’ozono poiché sono determinati dalla forza dei forti campi di vento regionali che scorrono intorno alle aree polari”.

Negli anni ’70 e ’80, l’uso diffuso di clorofluorocarburi dannosi in prodotti come frigoriferi e contenitori per aerosol ha danneggiato l’ozono in alto nella nostra atmosfera, il che ha portato a un buco nello strato di ozono sopra l’Antartide.

Il Protocollo di Montreal

In risposta a questo preoccupante fenomeno, nel 1987 è stato creato il Protocollo di Montreal, per proteggere lo strato di ozono eliminando gradualmente la produzione e il consumo di queste sostanze nocive, il che sta portando a un ripristino dello strato di ozono.

Claus conclude: “Sulla base del Protocollo di Montreal e della diminuzione delle sostanze antropiche che riducono lo strato di ozono, gli scienziati attualmente prevedono che lo strato di ozono globale raggiungerà nuovamente il suo stato normale intorno al 2050”.

L’ESA è impegnata nel monitoraggio dell’ozono da molti anni. Lanciato nell’ottobre 2017, il satellite Copernicus Sentinel-5P è il primo satellite Copernicus dedicato al monitoraggio della nostra atmosfera. Con il suo strumento all’avanguardia, Tropomi, è in grado di rilevare dallo spazio i gas atmosferici per visualizzare gli inquinanti atmosferici in modo più accurato e con una risoluzione spaziale più elevata che mai.

Guarda il video che illustra i cambiamenti del buco nell’ozono nel 2020

 

 

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