Il New England Journal of Medicine ha pubblicato recentemente una correspondence che riguarda il vaccino mRNA-1273, prodotto dall’azienda biotecnologica Moderna Inc., con sede a Cambridge, nel Massachusetts.
Nell’articolo vengono descritti i risultati preliminari sull’evoluzione della risposta immunitaria dopo la somministrazione di due dosi del vaccino, fino a 119 giorni.
L’andamento temporale delle risposte di legame e neutralizzazione dell’anticorpo
L’autore principale dell’articolo è la Dr.ssa Alicia T. Widge, del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), di Bethesda, nel Maryland. Presenta i dati che riguardano solo 34 pazienti e per questo hanno ovviamente un valore limitato. Sono peraltro molto interessanti perché forniscono le prime indicazioni sull’effetto sullo sviluppo di anticorpi delle due dosi e la loro durata nel tempo.
Le due dosi di vaccino sono state somministrate al giorno 1 e al giorno 29. I grafici presentati esprimono l’andamento temporale delle risposte di legame e neutralizzazione dell’anticorpo SARS-CoV-2 dopo la vaccinazione con il vaccino mRNA-1273. I risultati sono stati presentati dividendo i pazienti in tre fasce di età: 18-55 anni, 56-70 anni e pari o superiore a 71 anni.
Il vaccino ha prodotto livelli elevati di anticorpi leganti e neutralizzanti che sono diminuiti leggermente nel tempo, come previsto, ma sono rimasti elevati in tutti i partecipanti tre mesi dopo la vaccinazione di richiamo.
Non sono stati osservati eventi avversi gravi nello studio e nessun nuovo evento avverso considerato dagli sperimentatori correlato al vaccino si è verificato dopo il giorno 57.
Una longevità anticorpale variabile
Gli autori osservano che l’infezione naturale da SARS-CoV-2 produce una longevità anticorpale variabile e può indurre risposte robuste dei linfociti B della memoria nonostante una bassa attività neutralizzante del plasma. Da parte sua il vaccino ha suscitato risposte nelle cellule T helper CD4 primarie di tipo 1, 43 giorni dopo la prima vaccinazione, mentre sono in corso studi per quantificare la risposta indotta sui linfociti B.
Concludono che i dati sonno a favore delle dosi utilizzate per questo vaccino e che questo ha recentemente evidenziato un tasso di efficacia del 94,5% in un’analisi ad interim.
Franco Folino