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Inquinamento: le polveri sottili in gravidanza e alla nascita possono causare una rinite allergica infantile

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Secondo una ricerca pubblicata online sulla rivista Thorax, l’esposizione al particolato fine (PM2,5) prima e dopo la nascita è collegata ad un aumentato rischio per il nascituro di sviluppare una rinite allergica infantile.

I risultati suggeriscono che il periodo di vulnerabilità può essere particolarmente lungo, perdurando dalle ultime settimane della gravidanza fino al primo anno di vita.

Le malattie respiratorie allergiche

La rinite allergica è definita come un’infiammazione delle membrane che rivestono il naso e tipicamente comporta differenti sintomi, come starnuti, prurito, secrezioni eccessive del naso con parziale ostruzione.

I ricercatori affermano che la rinite allergica non causa gravi problemi di salute, ma i suoi vari sintomi, soprattutto se gravi, possono influenzare la vita sociale, il rendimento scolastico e la produttività lavorativa.

Diversi studi hanno collegato il PM2,5 alle malattie respiratorie allergiche, ma alcuni hanno scartato tale collegamento e, se esiste un’associazione, non è chiaro quando potrebbe essere il periodo critico di esposizione.

Per esplorare ulteriormente questi problemi, i ricercatori hanno attinto ai dati del Taiwan Maternal and Child Health Database, che include informazioni su 147.637 bambini tutti nati a Taichung, Taiwan, tra il 1° gennaio 2005 e il 31 dicembre 2011, e che sono stati poi monitorati fino al fine del 2014.

L’analisi finale ha incluso 140.911 bambini, un terzo dei quali (47.276) ha sviluppato una rinite allergica, che è stata diagnosticata in media intorno ai 3 anni.

Per misurare l’esposizione al PM2,5, i ricercatori hanno utilizzato una combinazione di letture dell’andamento temporale dei satelliti, variabili meteorologiche e dati sull’uso del suolo a Taichung, dal concepimento fino alla prima infanzia. Le stime dell’esposizione al PM2,5 sono state abbinate agli indirizzi di residenza dei bambini e calcolate settimanalmente, sulla base della media giornaliera di ciascun bambino.

Associazioni tra rinite allergica ed esposizioni al PM2,5

I livelli medi settimanali di concentrazioni di PM2,5 durante la gravidanza e i primi 12 mesi dopo la nascita erano rispettivamente di 34,26 µg/m3 e 33,56 µg/m3.

La rinite allergica era più probabile che venisse diagnosticata nei maschi e in quelli le cui madri soffrivano esse stesse di allergie.

Altri fattori influenti includevano il nascere prematuramente, vivere in una famiglia relativamente ricca e ben istruita e avere una madre che aveva malattie cardiache. A questi si aggiungono il rilievo di ipertensione o pre-eclampsia nella madre o avere una madre che fumava durante la gravidanza.

Sono emerse associazioni positive significative tra rinite allergica ed esposizioni al PM2,5 quando la concentrazione era superiore a 25 µg/m3. Un aumento di 17,98 µg/m3 di PM2,5 da 30 settimane di gravidanza a 12 mesi dopo la nascita è risultato significativamente associato alla rinite allergica.

L’associazione tra l’esposizione postnatale e la rinite allergica era più forte dell’associazione con l’esposizione prenatale. Il rischio più alto si è verificato a 46 settimane dalla nascita: le associazioni tra rinite allergica ed esposizione al PM2,5 sono state positive e significative a livelli compresi tra 26 e 76 µg/m3.

Ogni aumento di 10 µg/m3 di PM2,5 era associato a probabilità del 30% più elevate di una diagnosi di rinite allergica, e questo era significativamente più alto durante il primo anno di vita.

Quando stratificati per sesso, i maschi sembravano più suscettibili all’esposizione al PM2,5 durante la gravidanza rispetto alle ragazze. Ma le ragazze erano più suscettibili agli effetti dell’esposizione al PM2,5 durante l’infanzia.

Lo sviluppo del naso

Questo è uno studio osservazionale e, come tale, non può stabilire la causa, ma i ricercatori propongono diverse possibili spiegazioni per i risultati ottenuti. Questi includono il fatto che lo sviluppo del rivestimento nasale inizia a 8 settimane di gravidanza. Negli ultimi tre mesi di gravidanza, il naso fetale ha tutti gli elementi di un naso funzionante ma diventa completamente funzionale solo dopo la nascita.

Pertanto, suggeriscono che l’esposizione al PM2,5 nella tarda gravidanza e nella prima infanzia potrebbe aumentare il rischio di rinite allergica, poiché questa è la fase critica dello sviluppo del naso e dei seni paranasali. Sottolineano peraltro che saranno necessarie ulteriori ricerche, e concludono: “I nostri risultati forniscono un’ulteriore prova che l’esposizione prenatale e postnatale al PM2,5 è associata allo sviluppo successivo di rinite allergica. La finestra temporale vulnerabile può essere la fine della gestazione e il primo anno di vita”.

 

 

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