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Vaccino AstraZeneca: anticorpi contro le piastrine spiegano i casi di trombosi

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Depiction of a blood clot forming inside a blood vessel. 3D illustration

Dopo i ripetuti allarmi per i rari casi di trombosi che si sono verificati nei pazienti cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca, arriva ora una possibile spiegazione scientifica a questi eventi.

Lo studio, supportato dalla German Research Foundation, e che vede come primo autore il Dr. Greinacher dell’Università di Greifswald, è stato pubblicato poco fa sul New England Journal of Medicine.

Eventi trombotici venosi cerebrali

Il vaccino COVID-19 AstraZeneca è un vaccino vettoriale con adenovirus che ha ricevuto un’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea il 29 gennaio 2021. Nei mesi successivi in diversi paesi sono stati segnalati rarissimi eventi tromboembolici a seguito della sua somministrazione, tanto da portare in alcuni casi alla sospensione di alcuni lotti o dell’intera fornitura.

Una prima analisi condotta dall’EMA, l’Agenzia Europea per il Farmaco, dell’8 marzo 2021 non aveva in realtà identificato alcun aumento del rischio di eventi tromboembolici a seguito della somministrazione del vaccino. Tuttavia, i casi segnalati sono lentamente cresciuti, pur rimanendo confinati a pochissimi pazienti.

Alcuni giorni fa il comitato per la sicurezza l’Agenzia ha concluso che i casi di trombosi rilevati, in presenza di un basso numero di piastrine, dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino AstraZeneca.

Solitamente questi eventi si sono verificati entro due settimane dalla vaccinazione, la maggior parte dei casi in donne di età inferiore a 60 anni. I trombi si sono verificati nelle vene del cervello e dell’addome, ma anche in arterie ed erano associati a bassi livelli di piastrine e talvolta a sanguinamenti.

Come possibile spiegazione, l’Agenzia ha prospettato una risposta immunitaria, che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con trombocitopenia indotta da eparina.

Un nuovo studio sembra portare ora informazioni più precise sui fenomeni patologici indotti dal vaccino, confermando le ipotesi dell’EMA.

Una riduzione delle piastrine

La sperimentazione ha coinvolto 11 pazienti in cui si erano sviluppate trombosi o trombocitopenia dopo la vaccinazione con il vaccino AstraZeneca.

Degli 11 pazienti, 9 erano donne, con un’età media di 36 anni. Gli eventi trombotici si sono verificati in un’intervallo che andava da 5 a 16 giorni dopo la vaccinazione. I pazienti hanno presentato uno o più eventi trombotici, mentre in un caso si è verificata un’emorragia intracranica fatale. Le trombosi venose si erano localizzate a livello cerebrale e a livello splancnico. In alcuni casi si era verificata un’embolia polmonare. La morte è avvenuta in sei casi. Alcuni pazienti hanno avuto una coagulazione intravascolare disseminata.

Gli autori concludono quindi che in rari casi il vaccino può causare una trombocitopenia trombotica dovuta ad anticorpi indotti dal farmaco.

Anticorpi contro le piastrine

Riassumendo, questo nuovo studio sembra indicare che il vaccino AstraZeneca non induce solo la produzione di anticorpi che mirano a colpire il virus SARS-CoV-2, ma anche anticorpi differenti, che hanno come bersaglio il PF4.

Il PF4 è una proteina che si trova nelle piastrine e normalmente è legata all’eparina prodotta dal nostro organismo. Il suo compito è quello di mantiene il giusto equilibrio per avere una fluidità del sangue in condizioni normali e un’emostasi efficace in caso di ferite.

Quanto gli anticorpi generati dal vaccino colpiscono erroneamente anche il PF4 si riduce il numero delle piastrine circolanti, ma queste vengono anche attivate, così da promuovere la formazione di trombi.

I casi segnalati di questi eventi restano comunque ancora rarissimi rispetto ai milioni di dosi di vaccino somministrate. D’altre parte, il fatto che ci sia stata così grande attenzione nei confronti di questi eventi testimonia come sia efficiente e rigoroso il processo di farmacovigilanza. Quel processo che mette quotidianamente tutti i farmaci in commercio sotto un controllo continuo e che ci garantisce di ricevere solo trattamenti sicuri. Agenzie come EMA, AIFA lavorano per questo e uniscono dati e competenze per garantire la sicurezza dei cittadini.

È peraltro inevitabile che la grande risonanza che questi casi hanno avuto nei media portino a una riduzione della fiducia delle persone nei confronti dei vaccini, non solo di quello AstraZeneca, purtroppo. Un fenomeno che va assolutamente contrastato per evitare danni ben peggiori sul piano sanitario.

Se il vaccino AstraZeneca contro COVID-19 fosse del tutto bloccato, forse avremmo qualche decina di casi di trombosi venosa in meno, ma certamente ci troveremmo a contare migliaia di morti in più a causa del virus.

 

Franco Folino

 

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