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Un paziente molto…aritmico

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Dal 15 settembre ha avuto inizio un programma di aggiornamento in cardiologia, articolato in una serie di 35 incontri settimanali, trasmessi in diretta streaming. Le trasmissioni sono realizzate a cura dei reparti di cardiologia del Triveneto.

Nel corso degli incontri, che si tengono il martedì, alle 17:30, è presentato un caso clinico o una pubblicazione scientifica di particolare interesse. Partecipando all’incontro è possibile intervenire in diretta alla discussione con domande e considerazioni rivolte ai relatori intervenuti.

Infarto miocardico e aritmie ventricolari complesse: quando l’ICD non basta

Nell’incontro che si svolgerà martedì 4 maggio alle ore 17:30, sarà presentato il caso di un uomo di 54 anni, iperteso, dislipidemico, con familiarità per cardiopatia ischemica precoce, colpito in giovane età da infarto miocardico anteriore trattato con trombolisi.

Viene ricoverato dopo 15 anni dall’evento infartuale per cardiopalmo con riscontro di tachicardia ventricolare sostenuta in un quadro di cardiopatia ischemica inveterata con severa disfunzione ventricolare sinistra ed aneurisma apicale in malattia coronarica trivasale. Vengono trattati mediante PTCA i vasi coronarici critici tributari di miocardio vitale, avviata terapia antineurormonale alla massima dose tollerata ed eseguito impianto di ICD in prevenzione secondaria.

Dopo un anno il paziente sperimenta un nuovo ricovero per storm aritmico trattato efficacemente dall’ICD. Escluse ulteriori cause removibili di instabilizzazione aritmica, viene potenziata la terapia farmacologica associando amiodarone alla terapia beta-blocante. Tuttavia per il perdurare degli episodi di tachicardia ventricolare viene eseguito uno studio elettrofisiologico associato ad ablazione transcatetere con riscontro di un ampia zona cicatriziale con potenziali patologici a carico del setto interventricolare, dell’apice e della parete anteriore e laterale media. Durante la procedura vengono indotte due morfologie di tachicardia ventricolare a origine dal setto interventricolare medio e dalla parete laterale media, interrotte dall’erogazione di radiofrequenza.

Nonostante l’efficacia in acuto della procedura ablativa, il paziente sperimenta nei mesi successivi ulteriori ricoveri per tachicardia ventricolare lenta e storm aritmico trattato dall’ICD nonostante implementazione della terapia antiaritmica con procainamide, per cui viene nuovamente sottoposto
ad ablazione transcatetere. In tale procedura vengono riscontrati ulteriori post-potenziali in sede settale anteriore basale e media con induzione della tachicardia ventricolare, interrotta con l’erogazione di radiofrequenza. Al termine della procedura non sono più inducibili aritmie alla
stimolazione ventricolare ripetuta.

La gestione del paziente con aritmie ventricolari refrattarie

Qual è stato il risultato finale delle procedure adottate? Per scoprirlo insieme a noi e partecipare alla discussione segui la diretta streaming che sarà trasmessa il l4 maggio alle ore 17:30, su www.IMFAD.it.

Per maggiori informazioni vai alla pagina del corso.

 

 

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