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Un pacemaker cardiaco assorbibile, senza batteria e senza cateteri

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Le quattro camere del cuore. Courtesy American Heart Association

Sono già disponibili pacemaker senza cateteri, di dimensioni estremamente ridotte, ma ora la ricerca ha portato alla realizzazione di un dispositivo davvero poco invasivo, in grado addirittura di essere riassorbito dai tessuti cardiaci, dopo qualche mese. Questo innovativo pacemaker cardiaco temporaneo, impiantabile, che funziona senza cavi o batterie, è stato presentato in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology.

Il dispositivo, che è stato testato in una serie di modelli animali, potrebbe aiutare i pazienti che si stanno riprendendo da un intervento chirurgico al cuore che necessitano di un supporto temporaneo per mantenere una frequenza cardiaca adeguata.

Le limitazioni dei pacemaker temporanei di oggi

I pacemaker cardiaci temporanei sono in genere dotati di cateteri che raggiungono il cuore per via venosa e sono collegati ad un dispositivo di stimolazione esterno. Un sistema che comporta quindi un rischio non indifferente di infezione e limita la mobilità del paziente. Inoltre, quando la stimolazione non è più necessaria, la rimozione del dispositivo impiantato comporta un rischio, seppur modesto, di danneggiare il tessuto cardiaco.

Queste limitazioni potrebbero essere superate se fosse disponibile un dispositivo in grado di funzionare senza cavi e con la capacità di dissolversi spontaneamente nel corpo dopo un po’ di tempo.

Si conforma alla superficie curva del cuore

Rishi Arora, Igor Efimov, John Rogers e colleghi hanno sviluppato un pacemaker cardiaco completamente impiantabile, sottile e leggero, per il controllo postoperatorio della frequenza cardiaca e del ritmo. Il dispositivo è alimentato tramite trasferimento di energia wireless, che non richiede cateteri e batterie, e comprende materiali costitutivi che vengono assorbiti nel corpo da processi biologici naturali, dopo un periodo di tempo programmabile.

La flessibilità di questi materiali consente inoltre al dispositivo di conformarsi alla superficie curva del cuore e di adattarsi ai suoi movimenti. I test hanno rivelato la capacità di questo pacemaker di stimolare con successo sezioni cardiache umane e cuori di topo, ratto, coniglio e cane e di degradarsi completamente entro tre mesi dall’impianto nei ratti.

Gli sviluppi in questo campo possono fornire soluzioni più sicure per i pazienti che richiedono una tecnologia di stimolazione temporanea postoperatoria, ma anche indicazioni estremamente importanti per progettare il pacemaker definitivo del futuro.

 

 

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