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Sicuri ed efficaci i sostituti del sale: quando il potassio sostituisce il sodio

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Nelle persone con un pregresso ictus o in quelle ipertese con 60 anni o più, l’utilizzo di sostituti del sale ha fatto ridurre il numero di eventi cardiovascolari, rispetto alle persone che avevano utilizzato del sale normale.

Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, è stato condotto in 600 villaggi nelle aree rurali di cinque province cinesi: Hebei, Liaoning, Ningxia, Shanxi e Shaanxi.

I rischi legati al maggior consumo di potassio

Numerosi studi hanno dimostrato che un eccessivo consumo di sodio può essere causa di incremento della pressione arteriosa, nonché esporre ad un maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Per questo, da molti anni vengono proposti prodotti che sostituiscono il sale, fornendo sapidità ai cibi, ma contenendo basse percentuali di sodio.

La maggior parte di questi prodotti contengono in prevalenza cloruro di potassio, o a volte il lattato di potassio. Questa sostanza viene solitamente assunta in quantità minori nella dieta quotidiana rispetto al sodio e può arricchire il sapore dei cibi in modo quasi analogo al sale naturale.

Il maggior consumo di potassio non è però esente da rischi. Varie malattie e farmaci possono ridurre l’escrezione di potassio da parte dell’organismo, aumentando così il rischio di una sua eccessiva concentrazione nel sangue, potenzialmente grave. Per questo, alle persone con insufficienza renale, insufficienza cardiaca o diabete non è raccomandato l’uso di sostituti del sale senza una precedente valutazione medica.

D’altra parte, la riduzione dell’introito di sodio è certamente utile per ridurre la pressione arteriosa ed è stato dimostrato che i sostituti del sale, con livelli di sodio ridotti e livelli di potassio aumentati, sono in grado di ridurla.

I potenziali effetti avversi legati ad un incremento del consumo di potassio con l’utilizzo di prodotti che sostituiscono il sale non sono però mai stati definiti con certezza.

I potenziali rischi legati all’utilizzo di sostituti del sale

Questo nuovo studio, randomizzato, in aperto, ha cercato di chiarire quali sono i potenziali rischi legati all’utilizzo di sostituti del sale in una popolazione di pazienti ad alto rischio per le malattie cardiovascolari. Sono stati infatti inclusi nella sperimentazione soggetti con un precedente ictus o con ipertensione arteriosa scarsamente controllata dalla terapia ed un’età di 60 anni o più.

La randomizzazione è stata applicata a livello di villaggio e i partecipanti sono stati così assegnati, in modo casuale, al gruppo di intervento o al gruppo di controllo. Nel primo è stato utilizzato un sostituto del sale (75% cloruro di sodio e 25% cloruro di potassio), nel secondo è stato utilizzato sale normale (100% cloruro di sodio).

L’end point principale dello studio era l’ictus, mentre gli endpoint secondari includevano gli eventi cardiovascolari maggiori e la morte per qualsiasi causa.

Come endpoint di sicurezza è stata valutata l’iperkaliemia clinica.

Gli ictus si sono verificati con una minor frequenza

Sono state arruolate complessivamente 20.995 persone con un’età media di 65 anni (49,5% femmine). Tra di loro, il 73% aveva avuto un ictus e l’88,4% aveva un’ipertensione arteriosa. La durata media del follow-up è stata di 4,74 anni.

I risultati dello studio hanno evidenziato come nei villaggi in cui era stato utilizzato il sostituto del sale, rispetto a quelli in cui si consumava il sale normale, era stato registrato un numero inferiore di ictus (29,14 eventi contro 33,65 eventi per 1.000 persone/anno).

Anche gli eventi cardiovascolari maggiori (49,09 eventi contro 56,29 eventi per 1000 persone/anno) e la morte (39,28 eventi contro 44,61 eventi per 1000 persone/anno) sono stati meno frequenti con l’utilizzo dei sostituti del sale.

Ma veniamo a quello che in fondo era il punto cruciale dello studio, l’aspetto più originale di questa ricerca: gli eventi avversi legati all’incremento del consumo di potassio. Va però premesso che lo studio non prevedeva misurazioni di routine del potassio sierico.

Bene, nel corso del follow-up sono stati documentati solo due casi di iperkaliemia definita o probabile: uno è stato registrato nel gruppo di pazienti che utilizzavano il sostituto del sale e uno nel gruppo di controllo. In altri 313 soggetti è stata ipotizzata una possibile iperkaliemia.

D’altra parte, non è stata evidenziata alcuna differenza significativa tra i due gruppi di studio per quanto riguarda un qualsiasi tipo di iperkaliemia rilevata, così come per il tasso di eventi avversi gravi a questa attribuiti.

Il profilo di sicurezza dei sostituti del sale

Nel complesso quindi questo studio fornisce informazioni rassicuranti. Da un lato conferma il fatto che i sostituti del sale sono in grado di ridurre il tasso di ictus, eventi cardiovascolari avversi maggiori e morte. Dall’altro, l’uso del sostituto del sale non è stato associato ad alcun apparente effetto avverso grave.

Questi risultati si applicano però solo alle persone con le caratteristiche dei pazienti inclusi nello studio, quindi soggetti con un precedente ictus o ipertesi scarsamente controllati con 60 anni o più. Per questo non possono essere estesi alla popolazione generale. Forniscono peraltro informazioni importanti, soprattutto sul profilo di sicurezza dei sostituti del sale, prodotti molto diffusi e che vengono spesso consumati senza pensare alle possibili conseguenze legata ad una eccessiva assunzione di potassio.

Peraltro, il limite maggiore di questo studio è stato forse quello di non aver previsto delle misurazioni di routine del potassio sierico.

Proprio lo scorso anno è stata pubblicata sul Journal of American Heart Association una meta-analisi che ha valutato gli effetti dell’utilizzo di integratori di potassio sulla concentrazione di questa sostanza nel sangue e sulla pressione arteriosa. L’analisi ha evidenziato che i supplementi di potassio a basso dosaggio sono associate a riduzione dei valori pressori, ma che dosi elevati producono un effetto contrario. Questo aumento paradosso della pressione arteriosa è poi risultato maggiore nei pazienti ipertesi trattati farmacologicamente.

Quindi, anche se lo studio condotto in Cina evidenzia risultati rassicuranti, l’utilizzo di prodotti contenenti potassio deve sempre essere fatto in modo responsabile, prestando attenzione e seguendo i consigli del medico, in particolare per le persone che già assumono farmaci per l’ipertensione arteriosa.

Un’attenzione che va però posta non solo ai sostituti del sale, ma anche a tutta la miriade di integratori alimentari che contengono potassio, molto utilizzati e di libera vendita.

 

Franco Folino

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