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I cambiamenti del livello del mare hanno influenzato le eruzioni del vulcano di Santorini

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Santorini. Foto di Russel Yan, Pixabay.

Gli intervalli di tempo in cui si sono manifestate a livello planetario riduzioni significative del livello del mare sembrano aver influenzato i tempi con cui si sono verificate le eruzioni del vulcano di Santorini, in Grecia, negli ultimi 360.000 anni. La scoperta viene presentata in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Nature Geoscience.

I livelli fluttuanti dell’acqua superficiale

Il comportamento delle camere magmatiche che si alimentano nei vulcani eruttivi è, tra una serie di altri fattori, influenzato dalla pressione verso il basso del materiale sovrastante. I processi erosivi e tettonici che rimuovono o aggiungono sedimenti possono potenzialmente modificare l’attività eruttiva per lunghi periodi di tempo.

Su scale temporali di diverse migliaia di anni, anche i livelli fluttuanti dell’acqua superficiale, nell’oceano o all’interno dei ghiacciai, potrebbero spostare una massa sufficiente a influenzare le camere magmatiche. Tuttavia, l’importanza di questi cambiamenti dei livelli del mare, spesso legati a effetti dei cambiamenti climatici a livello globale, sui tempi e sulla gravità delle eruzioni vulcaniche non è mai stata chiarita in modo definitivo.

Eruzioni esplosive

Chris Satow e colleghi hanno confrontato circa 360.000 anni di registrazioni che raccontano le eruzioni del vulcano di Santorini, con registrazioni del livello del mare globale, ad alta risoluzione, durante gli ultimi quattro cicli glaciali. Precedenti ricerche sugli strati di tefra (pomice o cenere) conservati nei sedimenti marini vicino al vulcano hanno fornito un archivio risolto nel tempo di 211 eruzioni passate, che vanno da eventi esplosivi violenti a eruzioni più effusive.

Il gruppo ha scoperto che 208 di queste eruzioni si sono verificate dopo che il livello del mare era sceso ad almeno 40 metri al di sotto dei livelli attuali, un fenomeno che si è verificato regolarmente, a causa dell’espansione e della contrazione di grandi calotte glaciali sulla terraferma.

La modellazione numerica ha rivelato che quando viene superata questa soglia del livello del mare, nella parte superiore della camera magmatica di Santorini viene creata una tensione sufficiente per fratturare la crosta e consentire la propagazione verso l’alto del magma attraverso gli argini. Alcune di queste raggiungono la superficie, provocando eruzioni.

Gli autori concludono che, con il livello del mare aumentato dall’ultima era glaciale e ora ancor più in aumento a causa del riscaldamento globale, le eruzioni relativamente piccole del recente passato di Santorini potrebbero cessare, ma rimane la minaccia di grandi eruzioni esplosive. Sottolineano anche la necessità di considerare i cambiamenti passati del livello del mare quando si valutano i rischi vulcanici in tutto il mondo.

 

 

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