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COVID-19: un gene che spiega le infezioni senza sintomi

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Immagine del coronavirus
This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention's Public Health Image Library (PHIL), with identification number #4814.

Una delle cose che ha maggiormente colpito durante la pandemia COVID è come un numero non così esiguo di persone si fosse infettato ma non presentasse sintomi. Molte spiegazioni sono state proposte per spiegare questo fenomeno, peraltro comune anche ad altre malattie infettive, ma senza fornire certezze.

Un recente studio, pubblicato recentemente sulla rivista Nature, sembra aver identificato una variante genetica associata all’infezione asintomatica da SARS-CoV-2.

I risultati di questa ricerca possono aiutare a spiegare perché alcune persone non sviluppano sintomi dopo essere state infettate da questo virus.

I geni dell’antigene leucocitario umano

I dati epidemiologici indicano che almeno il 20% delle persone infettate da SARS-CoV-2 non sviluppa sintomi. Studiare l’infezione asintomatica può migliorare la nostra comprensione delle caratteristiche del sistema immunitario e in particolare i meccanismi che promuovono una rapida eliminazione del virus. Si ritiene che i geni dell’antigene leucocitario umano (HLA), che codificano le proteine coinvolte nelle risposte immunitarie, abbiano un ruolo nella risposta all’infezione virale.

Jill Hollenbach e colleghi hanno studiato se la variazione dell’HLA potesse predisporre alcune persone all’infezione asintomatica da SARS-CoV-2. Per far questo hanno arruolato 29.947 persone in uno studio, basato su smartphone, progettato per monitorare i sintomi e gli esiti di COVID-19.

Una probabilità maggiore di non avere sintomi

Un totale di 1.428 individui non vaccinati ha riportato un test positivo per l’infezione da SARS-CoV-2 e 136 di loro hanno riferito di non avere sintomi. Una persona su cinque che è rimasta asintomatica dopo l’infezione è stata trovata portatrice di una variante comune di HLA chiamata HLA-B*15:01.

Le persone portatrici di due copie di questa variante avevano una probabilità otto volte maggiore di rimanere asintomatiche rispetto a quelle portatrici di altre versioni di HLA.

In un braccio separato dello studio, i ricercatori hanno scoperto inoltre che gli individui portatori di HLA-B*15:01 senza precedente esposizione a SARS-CoV-2 avevano cellule T (un tipo di cellula immunitaria) che erano reattive a frammenti proteici di SARS-CoV-2 che condividono alcune sequenze genetiche con altri coronavirus stagionali. Questa scoperta indica che le persone portatrici di HLA-B*15:01 che sono state precedentemente esposte a virus del raffreddore stagionale hanno un’immunità preesistente a SARS-CoV-2 e potrebbero eliminare rapidamente il virus prima che i sintomi si possano presentare.

 

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