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Nuovi meccanismi nella disseminazione metastatica precoce del tumore della mammella

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Carcinoma della mammella/Wikimedia commons

Secondo i dati pubblicati nel 2015 (ISTAT-AIOM-AIRTM), il tumore del seno rappresenta in Italia la neoplasia di più frequente riscontro nelle donne, con un’incidenza del 29%. Si stima che ogni anno per questo tumore muoiano circa 12.000 donne.

Se da un lato la terapia ha fatto importanti progressi, la diagnosi precoce sembra rimanere il punto critico su cui concentrare la maggiore attenzione. Su di essa si basano i programmi di screening su larga scala promossi dal Ministero della Sanità, che hanno portato ad un aumento delle diagnosi di forme in stadio iniziale, contribuendo alla costante riduzione della mortalità per carcinoma mammario.

Nel processo fisiopatologico della malattia la disseminazione metastatica, sostanzialmente incurabile, resta un momento cruciale. Negli ultimi anni, differenti studi hanno evidenziato un fenomeno preoccupante, ovvero la produzione di metastasi nelle prime fasi di sviluppo del tumore. Per capire l’importanza di questo fenomeno, basti pensare che dei decessi per carcinoma duttale in situ, oltre il 50% sono dovuti a metastasi, senza recidiva locale, a indicare una critica diffusione della neoplasia prima che si arrivi all’intervento chirurgico.

D’altra parte i meccanismi responsabili di questa disseminazione precoce sono tutt’altro che definiti e una nuova sperimentazione, pubblicata sulle pagine di Nature ha cercato di far luce in questo senso, associando valutazioni genetiche e ormonali.

In base ai risultati ottenuti gli autori propongono un meccanismo che si basa su tre componenti principali: la densità cellulare, i segnali mediati dal progesterone, i segnali mediati da HER2.

Le analisi genetiche hanno evidenziato che l’80% delle metastasi negli animali studiati derivano dalle cellule disseminate nelle fasi precoci di malattia, che si sviluppano e si modificano nel tempo in un susseguirsi di eventi paralleli all’evoluzione del tumore nella sede principale.

I risultati indicano inoltre che il tumore della mammella porta ad un’alterazione dei segnali mediati dal progesterone sulla ramificazione epiteliale, sull’invasione della porzione adiposa e sull’espansione delle cellule staminali, che avvengono durante lo sviluppo della ghiandola mammaria e durante la gravidanza.

La densità cellulare e i segnali indotti dal progesterone e da HER2 regolano la diffusione e la formazione della neoplasia. Le cellule tumorali HER2-positive circolanti, sono state rilevate nel carcinoma duttale o lobulare in situ e in pazienti con cancro al seno in stadio M0, indipendentemente dallo stato HER2 del tumore primario.

I risultati di questo studio hanno certamente una rilevante importanza per indirizzare nuove linee terapeutiche per la cura della neoplasia della mammella. D’altra parte però la spiccata precocità della diffusione metastatica sembra lasciarci disarmati, incapaci di fronteggiare questo momento critico nello sviluppo della malattia.

 

 

Hosseini H, et al. Early dissemination seeds metastasis in breast cancer. Nature 2016;540:552-558.

 

 

 

 

 

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