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La prima missione europea su Mercurio

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The Mercury Planetary Orbiter (MPO) of the BepiColombo mission during launch preparations at Europe’s Spaceport. Copyright ESA - S. Corvaja

La prima missione europea su Mercurio sarà lanciata il prossimo 19 ottobre. La missione congiunta ESA-JAXA BepiColombo sarà lanciata su un Ariane 5 dallo Spaceport europeo a Kourou, creando un terzetto di astronavi in ​​rotta per Mercurio. Il veicolo spaziale viaggerà unito: un modulo di trasferimento trasporterà i due orbitatori scientifici – l’ESA Mercury Planetary Orbiter e il JAXA Mercury Magnetospheric Orbiter – usando una combinazione di energia solare, propulsione elettrica e nove sistemi gravitazionali di Terra, Venere e Mercurio.

La data scelta rappresenta la prima opzione per il lancio, tenendo conto di alcuni test aggiuntivi, non pianificati, eseguiti a Kourou. La finestra di lancio rimane aperta fino al 29 novembre.

“Abbiamo iniziato bene la nostra campagna di lancio a Kourou e siamo in procinto di lanciare il razzo in meno di novanta giorni”, afferma Ulrich Reininghaus, project manager di BepiColombo dell’ESA.

“Abbiamo un programma incredibilmente ricco, ma è bello vedere la nostra navicella spaziare insieme per l’ultima volta.”

Dall’arrivo nello Spaceport a maggio, sono stati completati molti preparativi essenziali. Ad esempio, i veicoli spaziali sono stati equipaggiati con le loro coperte protettive ad alta temperatura, i serbatoi di xeno e di azoto sono stati controllati, caricati e pressurizzati, e sono in corso i test di installazione e le installazioni finali dei pannelli solari.

Sono iniziate anche le simulazioni per le operazioni chiave nel centro operativo dell’ESA a Darmstadt, in Germania. Il personale sta anche facendo pratica su eventi non di routine da preparare per tutte le eventualità nel viaggio verso Mercurio.

Il gruppo di veicoli spaziali compositi farà il primo sorvolo di Mercurio a soli tre anni dal lancio. Un certo numero di strumenti scientifici saranno attivi durante i primi sorvoli sul pianeta, con le webcam del modulo di trasferimento che offrono il potenziale per acquisire immagini semplici prima che venga attivata la fotocamera scientifica principale.

Una volta separate nelle loro orbite finali, le due navi scientifiche realizzeranno misurazioni complementari del pianeta più interno e del suo ambiente, dal suo interno profondo all’interazione con il vento solare, per fornire migliori conoscenze su questo pianeta, come mai fino ad oggi. I risultati forniranno informazioni su come il pianeta più interno del Sistema Solare si sia formato e si evolva, vicino alla sua stella madre.

 

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