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Córdoba: nel cuore della contesa tra califfato e re cattolici

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Viaggiare in Andalusia significa innanzitutto fare un viaggio nel tempo. Visitando le città e i paesi disseminati in questo territorio, si ripercorrono le tappe di un passato segnato da invasioni e riconquiste, ad opera di popoli provenienti da luoghi lontani e con culture molto differenti.

Pensando a questa regione meridionale della Spagna si è soliti pensare al periodo del dominio arabo, ma in realtà esistono splendide testimonianze anche della presenza romana, iniziata con la seconda guerra punica, e conclusa nel 409, quando Svevi, Vandali e Visigoti iniziarono a conquistare la Spagna. I Vandali Silingi occuparono l’attuale Andalusia, che ricorda infatti il loro nome: Vandalusia. I Visigoti poi riunirono la spagna in un unico stato.

Pochi secoli ed ecco arrivare gli eserciti mussulmani, che dall’Africa del Nord conquistarono gran parte dell’odierna Spagna.

Cordova rappresentava un importante centro del califfato, ne era la capitale e divenne nel tempo la più grande e ricca città dell’Europa occidentale.

Ancor oggi questa bella città mantiene intatti molti monumenti di origine moresca, ma anche importanti testimonianza dell’epoca romana.

Posta sulle rive del Guadalquivir, e ai piedi della Sierra Morena, Cordova è una delle più grandi città dell’Andalusia, con oltre 300.000 abitanti. Sia che si arrivi da Malaga o da Siviglia, si giunge in prossimità della città sulla sponda orientale del Guadalquivir. Da qui, la vista del centro storico è dominata da due monumenti: il ponte romano e l’antica moschea, la Mezquita. Una vista d’insieme che è un po’ il biglietto da visita della città, nonché la sintesi delle sue principali epoche storiche.

La visita del centro storico

Giunti sulle rive del Guadalquivir, il cui nome deriva dall’arabo wadi al-Kabir, ovvero “fiume grande”, si può iniziare la vista della città scendendo per pochi passi l’argine del fiume. Alla sinistra del ponte romano, su di un’isoletta all’interno del suo letto, si trova un antico mulino, il Molino de San Antonio. Questo, come altri mulini distribuiti lungo il corso del fiume, sono di epoca mussulmana e sfruttavano la forza della corrente per macinare il grano.

Risaliti sulla sponda del fiume ci si può dirigere verso il ponte. Su questo lato del fiume si incontra una torre, la Torre de la Calahorra. Oggi utilizzata come museo, la torre porta un nome di origine preromana, e la sua pianta articolata rispecchia le numerose ristrutturazioni che si sono succedute nel corso degli anni.

Il ponte è lungo circa 290 metri ed è sostenuto da una serie di 15 piloni di sostegno di forma allungata.

Appena giunti sulla sponda occidentale del fiume si viene accolti da un maestoso arco di origine romana: la Puerta del Puente.

Questa struttura in origine faceva parte delle mura che circondavano la città. Nel XVI secolo, Hernán Ruiz III fece ristrutturare il monumento, in occasione della visita di Felipe II alla città, conferendogli l’aspetto che possiamo vedere oggi. All’inizio del XX secolo, divenne indipendente dalle costruzioni che lo fiancheggiavano e il terreno venne abbassato fino a quando non recuperò l’altezza originale.

Attualmente, la Puerta del Puente è un monumento visitabile. Vi si trovano una sala espositiva permanente, che illustra la sua storia, e il Mirador, situato in alto, da dove si può godere una magnifica vista della città.

Subito al di là della porta si incontra un edificio moderno dove è situato l’ufficio del turismo della città. Ottimo punto di riferimento per ottenere informazioni aggiornate sui monumenti e sulle attività culturali di questa zona.

 

La moschea di Córdoba

Ancora qualche passo e si raggiunge il perimetro della Mezquita Catedral de Córdoba.

È certamente il monumento più importante della città e ne domina il centro storico. Esternamente le mura corrono su un perimetro rettangolare, la cui superficie maggiore è occupata dalla fusione dell’antica moschea mussulmana con la cattedrale cristiana.

L’interno della moschea

Una porzione laterale del perimetro è occupata da un bel cortile, punteggiato da file di palme, dominato dalla torre campanaria.

La costruzione di questa moschea è iniziata nel 786, dopo che i mussulmani si erano impadroniti della Basilica ispano-romana di San Vicente Martir. L’edificio continuò nel tempo ad essere ampliato fino a raggiungere un’estensione di oltre 23.000 metri quadrati.

Nel 1238, dopo la riconquista spagnola, l’edificio venne consacrato come cattedrale cattolica.

Dichiarato patrimonio culturale dell’umanità, è uno dei monumenti più visitati di Spagna.

 

 

Gli altri monumenti del centro storico

All’interno del vecchio perimetro delle mura si possono trovare anche altri monumenti di epoca romana, tra cui il tempio e il teatro romano. Altri edifici di quel periodo sono il mausoleo romano, dedicato a una famiglia benestante del tempo, il forum coloniale, il forum adiectum. L’anfiteatro e i resti del palazzo dell’imperatore Maximiano Herculeo sono visitabili nel sito archeologico di Cercadilla, un quartiere nella parte nordovest della città.

Vicino alla moschea si trova il vecchio quartiere ebraico, composto da strade irregolari. Nella zona sud-ovest della Città Vecchia si trova l’Alcázar de los Reyes Cristianos, ex alloggi dei re e della sede dell’Inquisizione. Adiacenti sono le scuderie reali, oggi scuola equestre. Vicino alle stalle ci sono i vecchi bagni del Califfato.

Intorno al vasto centro storico si trova l’antico muro romano, di cui sono conservati alcuni tratti. Dei tredici varchi un tempo presenti nelle mura, oggi solo tre sono visibili: il cancello Almodóvar, la porta di Siviglia e la Puerta del Puente.

La Córdoba spagnola

Passeggiando per le vie del centro si possono vedere monumentali palazzi di origine spagnola, con i tipici balconi sporgenti. Questi si alternano a strette vie con muri imbiancati a calce adornati di fiori. Non è difficile imbattersi in qualche buona taverna per assaggiare le specialità locali. Una delle più semplici, ma imperdibile, è il salmorejo. Una specie di passato di pomodoro a cui viene incorporato del pane e, soprattutto, molto olio di oliva. In città esiste anche una confraternita del salmorejo, che ne garantisce la tradizione.

Alla periferia della città, merita una visita il sito archeologico della città di Medina Azahara, che insieme all’Alhambra di Granada rappresenta il vertice dell’architettura ispanico-musulmana in Andalusia.

I consigli pratici

Per raggiungere Córdoba gli aeroporti più vicini sono quelli di Malaga e Siviglia. Le strade che conducono verso questo centro sono molto scorrevoli e attraversano un paesaggio campestre molto suggestivo, dominato in primavera da vasti campi di girasoli.

L’unica raccomandazione pratica per la visita è quella di evitare i mesi estivi. In quel periodo dell’anno le temperature sono molto alte e non di rado superano i 40 gradi. Pur trattandosi di un clima secco, è inutile dire che in queste condizioni visitare la città può diventare molto faticoso.

Per la visita di Córdoba sono necessari almeno due-tre giorni, ma potendo impiegare un po’ di tempo in più, non mancano monumenti e angoli di Andalusia da scoprire.

 

Franco Folino

 

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