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COVID: la riduzione del biossido di azoto durante la pandemia

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Le riduzioni delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2) a livello del suolo durante i blocchi imposti durante la pandemia di COVID-19 variavano considerevolmente in base alla regione e al settore delle emissioni, con diminuzioni dei livelli medi di NO2 ponderati per la popolazione a livello nazionale che sono circa un terzo più grandi nei paesi con misure di blocco del COVID-19 più rigorose, rispetto a quelli senza restrizioni.

I risultati di questo nuovo studio, pubblicati sulla rivista Nature, migliorano la nostra conoscenza delle stime dell’esposizione a NO2 e offrono un’opportunità per far progredire la valutazione della salute della qualità dell’aria.

Infezioni respiratorie, asma e cancro ai polmoni

L’NO2 contribuisce in modo importante all’inquinamento atmosferico e l’esposizione umana è associata a esiti avversi per la salute, comprese infezioni respiratorie, asma e cancro ai polmoni.

La principale fonte di emissione degli ossidi di azoto, NO e NO2, è il traffico veicolare. Altre fonti sono gli impianti di riscaldamento civili e industriali, le centrali per la produzione di energia e un ampio spettro di processi industriali.

In precedenza erano state segnalate diminuzioni dell’NO2 atmosferico e a livello del suolo a seguito di misure di blocco per ridurre la diffusione del COVID-19. Tuttavia, permangono dubbi sulla relazione tra i livelli di NO2 nell’atmosfera, misurati utilizzando i dati satellitari, e le concentrazioni di NO2 a livello del suolo, rilevanti per la salute umana, che spesso vengono misurate solo nei paesi a reddito più elevato.

Matthew Cooper e colleghi hanno utilizzato dati satellitari ad alta risoluzione per ricavare le concentrazioni globali di NO2 a livello del suolo e valutare i livelli di inquinamento nelle singole città durante i blocchi imposti per il COVID-19 nel 2020, rispetto al 2019. Hanno quindi utilizzato le misurazioni satellitari per quantificare i cambiamenti del livello di NO2 in oltre 200 città, comprese 65 città senza monitoraggio a terra disponibile, in gran parte nelle regioni a basso reddito.

Quindici anni di riduzioni a livello globale

Gli autori hanno scoperto che le diminuzioni delle concentrazioni medie di NO2 ponderate sulla popolazione a livello nazionale erano circa il 29% maggiori nei paesi con rigide condizioni di blocco, come il Nord America e la Cina, rispetto a quelli senza. È stato anche riscontrato che le diminuzioni di NO2 durante i blocchi di COVID-19 superano le recenti diminuzioni medie annuali, rilevate di anno in anno dai controlli delle emissioni, paragonabili a circa 15 anni di riduzioni a livello globale.

I risultati suggeriscono inoltre che la sensibilità dell’NO2 ai blocchi varia in base al paese e al settore delle emissioni (centrali elettriche o trasporti, ad esempio), dimostrando la necessità di informazioni ad alta risoluzione derivate dai satelliti per le stime della concentrazione a livello del suolo.

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