Home Astronomia Nuove sorprendenti immagini della Nebulosa Fiamma, il caminetto di Orione

Nuove sorprendenti immagini della Nebulosa Fiamma, il caminetto di Orione

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L'immagine, basata su osservazioni con lo strumento SuperCam installato su APEX (Atacama Pathfinder Experiment) gestito dall'ESO sull'altopiano di Chajnantor in Cile, mostra la Nebulosa Fiamma e i suoi dintorni catturati nella banda delle onde radio. La Nebulosa Fiamma è la grande struttura a sinistra. La struttura più piccola a destra è la nebulosa a riflessione NGC 2023. In alto a destra di NGC 2023, l'emblematica Nebulosa Testa di Cavallo sembra emergere eroicamente dalle "fiamme". I tre oggetti fanno parte della nebulosa di Orione, una gigantesca struttura di gas situata tra 1300 e 1600 anni luce di distanza da noi. I diversi colori indicano la velocità del gas. La Nebulosa Fiamma e i suoi dintorni si stanno allontanando da noi, con le nubi rosse sullo sfondo che si allontanano più velocemente di quelle gialle in primo piano. Crediti: ESO/Th. Stanke

Orione offre uno fantasmagorico spettacolo pirotecnico per celebrare il nuovo anno, in questa immagine dell’ESO, l’Osservatorio Europeo Australe. Non c’è da preoccuparsi, questa emblematica costellazione non è sul punto di esplodere né sta bruciando. Il “fuoco” di questa cartolina di auguri è la Nebulosa Fiamma di Orione catturata nella banda delle onde radio – un’immagine che senza dubbio rende giustizia al nome della nebulosa! È stata ottenuta con APEX (Atacama Pathfinder Experiment), un telescopio gestito dall’ESO sul freddo altopiano di Chajnantor nel deserto di Atacama in Cile.

Lo strumento SuperCam

L’immagine della Nebulosa Fiamma recentemente elaborata, in cui compaiono anche nebulose più piccole come la Nebulosa Testa di Cavallo, si basa sulle osservazioni condotte dall’ex astronomo dell’ESO Thomas Stanke e dal suo gruppo alcuni anni fa. Entusiasti di poter provare lo strumento SuperCam allora appena installato su APEX, lo puntarono verso la costellazione di Orione. “Come amano dire gli astronomi, ogni volta che c’è in giro un nuovo telescopio o uno strumento, osserva Orione: ci sarà sempre qualcosa di nuovo e interessante da scoprire!” racconta Stanke. Alcuni anni e molte osservazioni dopo, Stanke e il suo gruppo hanno descritto i risultati del loro studio in un articolo accettato per la pubblicazione dalla rivista Astronomy & Astrophysics.

Una delle regioni più famose del cielo, Orione ospita le nubi molecolari giganti più vicine al Sole – vasti oggetti cosmici costituiti principalmente da idrogeno, dove si formano nuove stelle e sistemi planetari. Queste nubi sono tra 1300 e 1600 anni luce di distanza da noi e presentano il vivaio stellare più attivo nelle vicinanze del Sistema Solare, così come la Nebulosa Fiamma raffigurata in questa immagine. Questa nebulosa “a emissione” ospita al centro un ammasso di giovani stelle che emettono radiazioni ad alta energia che fanno risplendere i gas circostanti.

Con un soggetto così entusiasmante, era improbabile che l’equipe rimanesse delusa. Oltre alla Nebulosa Fiamma e ai suoi dintorni, Stanke e collaboratori hanno potuto ammirare una vasta gamma di altri oggetti spettacolari. Alcuni esempi includono le nebulose a riflessione Messier 78 e NGC 2071 – nubi di gas e polvere interstellari che si ritiene riflettano la luce delle stelle vicine. L’equipe ha persino scoperto una nuova nebulosa, un piccolo oggetto, notevole nel suo aspetto quasi perfettamente circolare, che hanno chiamato Nebulosa Mucca.

Caratteristiche diverse e uniche delle nubi molecolari di Orione

Le osservazioni sono state condotte come parte della survey ALCOHOLS (APEX Large CO Heterodyne Orion Legacy Survey), che ha esaminato le onde radio emesse dal monossido di carbonio (CO) nelle nubi di Orione. L’utilizzo di questa molecola per sondare vaste aree del cielo è l’obiettivo principale di SuperCam, in quanto consente agli astronomi di mappare grandi nubi di gas che danno vita a nuove stelle. A differenza di quanto potrebbe suggerire il “fuoco” di questa immagine, queste nubi sono in realtà molto fredde, con temperature in genere di solo poche decine di gradi sopra lo zero assoluto.

Dati i molti segreti che può rivelare, questa regione del cielo è stata scansionata molte volte in passato a diverse lunghezze d’onda e ogni banda di lunghezze d’onda rivela caratteristiche diverse e uniche delle nubi molecolari di Orione. Un esempio sono le osservazioni nella banda infrarossa, eseguite con il telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) dell’ESO presso l’Osservatorio del Paranal in Cile, che costituiscono lo sfondo rilassato di questa immagine della Nebulosa Fiamma e dei suoi dintorni. A differenza della luce visibile, le onde infrarosse attraversano le spesse nubi di polvere interstellare, consentendo agli astronomi di individuare stelle e altri oggetti che altrimenti rimarrebbero nascosti.

 

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